La Nuova Sardegna

Sassari

Policlinico, dopo il vertice i riflettori restano accesi

di Paoletta Farina
Il Policlinico Sassarese
Il Policlinico Sassarese

L’accordo in prefettura per l’accreditamento provvisorio è solo il primo passo Nell’ospedale di viale Italia si continua a lavorare e si spera nel salvataggio

15 novembre 2018
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SASSARI. Il giorno dopo il vertice in prefettura, al Policlinico Sassarese si respira un clima di maggior fiducia. E si lavora. Giuseppe Marani, rappresentante del governo, riunendo al tavolo l’assessore regionale Luigi Arru, dirigenti della sanità e la società Habilita pronta ad acquisire la casa di cura privata, ha messo un punto fermo in una vicenda che rischiava di incartarsi irrimediabilmente dopo la revoca dell’accreditamento da parte della Regione, arrivata come un fulmine a ciel sereno.

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La via di uscita sembra essere stata trovata con l’accordo per un’operatività temporanea, anche se ridotta, della struttura. Un percorso costruito faticosamente durante una riunione durata quattro ore e nel corso della quale venivano fatti passi avanti e indietro fino a che il cerchio non si è chiuso. E si è potuto annunciare che ci sono la volontà e l’impegno di salvare l’unica casa di cura del Nord Sardegna, con i suoi 88 posti letto, i duecento dipendenti, e i quasi cento anni di vita.

In questi giorni frenetici di trattative a tutti i livelli e di mobilitazione della città a fianco al “suo” Policlinico, chi ci lavora tutti i giorni ha atteso con preoccupazione, e ponendosi molti interrogativi, di non vedere decretata la fine non solo del suo posto di lavoro ma anche di un servizio utile a tutto il territorio. «Abbiamo reparti di eccellenza, forniamo un’assistenza di livello e i pazienti ci riconoscono l’umanità con cui vengono trattati – dicevano ieri mattina medici e impiegati –. L’ ospedale, nonostante alcune obiettive carenze, legate sia alla struttura che ai mancati adeguamenti ad alcune norme di sicurezza, ha sempre offerto un ambiente accogliente. La nostra non vuole essere una difesa di parte, ma realisticamente la sanità italiana, pubblica o privata che sia, non può vantarsi di essere tutto un albergo a cinque stelle».

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In tutti i reparti c’era movimento. Attivi il laboratorio d’analisi, i servizi di radiologia e gli ambulatori specialistici. Donne con il pancione attendevano la visita, i degenti erano nelle loro camere, i chirurghi impegnati. Le sale operatorie dell’ortopedia non erano in funzione per i noti problemi di sicurezza, ma sul versante del blocco operatorio, che rapprsentail punto più critico di tutta la situazione logistica del Policlinico, si stanno cercando soluzioni rapide. Andrea Rusconi, di Habilita, a conclusione dell’incontro in prefettura di martedì pomeriggio, ha detto che la continuità degli interventi chirurgici potrà essere assicurata allestendo con i necessari macchinari le due sale operatorie al primo piano del complesso. Realizzate negli anni Novanta, non sono mai state utilizzati a causa della impossibilità finanziaria da paarte del Policlinico di dotarle delle attrezzature necessarie.

I riflettori, intanto, non si spengono sul caso. Entro una ventina di giorni dovranno essere portate a termine una serie di atti da parte della Regione, del gruppo Rusconi e della vecchia proprietà, per uscire dall’impasse. E poter parlare di un futuro per il Policlinico.
 

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