La Nuova Sardegna

Sassari

Caccia agli aggressori di via Solari

di Luca Fiori
Caccia agli aggressori di via Solari

Trenta giorni di cure per il vigile pestato. Ieri l’uomo ha ricevuto la solidarietà del sindaco Sanna  

16 novembre 2018
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SASSARI. La cosa più difficile che ha dovuto fare Alessandro Medas martedì notte, quando è rientrato a casa dopo aver subìto una brutale aggressione in via Solari, è stata riuscire a convincere la moglie e le due figlie – nonostante il sangue che gli colava sul viso e il forte dolore alla costola – a non preoccuparsi per lui.

È per questo motivo, per correre a casa e provare a tranquillizzare i suoi cari, che martedì notte dopo aver chiamato il 113, il vigile urbano di 53 anni ha rifiutato l’intervento del 118 e si è recato all’ospedale solo il giorno successivo.

Ieri, con il referto dei medici del pronto soccorso, che gli hanno assegnato trenta giorni di cure per una costola incrinata e una contusione in testa, l’uomo si è presentato in questura e ha raccontato nei minimi dettagli agli investigatori della squadra mobile quello che aveva già riferito agli uomini della Volante la notte della rapina.

Le indagini e la caccia agli aggressori erano già scattate tre notti fa, dopo la denuncia verbale dell’uomo davanti ai lampeggianti blu della polizia nel buoi pesto di via Solari.

L’agente della polizia locale, al momento in attesa di stabilizzazione, martedì aveva trascorso la serata all’interno della biblioteca Pigliaru, in viale Mancini, per studiare in vista di un concorso pubblico.

«Sono uscito verso le 23 - racconta Medas - e a piedi ho attraversato mezza città a piedi come ho fatto tante altre volte, senza aver avuto il minino timore. Dopo aver percorso via Università - aggiunge - ho tagliato per piazza Tola e poi ho svoltato in via Lamarmora e proseguito poi per il ponte di Rosello e via Pascoli. Dopo aver attraversato via Bellini - spiega il vigile urbano - ho svoltato in via Solari e lì è cambiato tutto. La via era così buia - spiega - che per guardare dove mettevo i piedi ho dovuto usare la luce del telefonino».

E proprio in quella strada completamente deserta che l’uomo è stato aggredito brutalmente da due uomini che lo hanno affiancato in macchina e poi rapinato. Dopo le botte i due sono fuggiti con un computer che Alessandro Medas aveva a tracolla. «La cosa che mi ha fatto più male - ha ribadito ieri mattina l’uomo dopo aver lasciato l’ospedale - è stata l’indifferenza delle persone, almeno una quindicina, che sono transitate in macchina mentre quei due mi massacravano e minacciavano di ammazzarmi. Nessuno ha suonato il clacson o composto il 113 per riferire quello che stava accadendo». Il buio pesto in via Solari e in gran parte del quartiere di Latte Dolce è dovuto a un corto circuito al “quadro 48” che serve la parte alta del quartiere e che la società Engie – che monitora i 15.600 punti luce della città – sta cercando da qualche giorno di risolvere. «È preoccupante quello che è accaduto - spiegano i lavoratori del centro di accoglienza del Pime - questa zona la sera è già poco trafficata, con il buio pesto diventa molto pericolosa». E intanto ieri mattina il vigile aggredito ha ricevuto a Palazzo Ducale la solidarietà del sindaco di sindaco Nicola Sanna. «Ho voluto esprimere la vicinanza mia e dell’amministrazione al signor Medas – commenta il primo cittadino – ma ci tengo a sottolineare che gli episodi verificatisi in città sono sporadici e che l’attenzione è costante sulle politiche di sicurezza».



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