La Nuova Sardegna

Sassari

Chilivani nel degrado tra topi, puzza e sporcizia

di Barbara Mastino
Chilivani nel degrado tra topi, puzza e sporcizia

I residenti del quartiere continuano a lottare con una lunga serie di disagi Sotto accusa l’incuria e i miasmi provenienti dall’impianto a biomasse

16 novembre 2018
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OZIERI. A quattro mesi dall’assemblea di quartiere tenutasi a Chilivani per parlare dei problemi del rione, nulla è cambiato per i residenti che segnalano una qualità della vita sempre più bassa. L’ex quartiere ferroviario soffre per il degrado che caratterizza in particolare le aree che erano di competenza delle Ferrovie e che progressivamente sono state dismesse e abbandonate, ma anche per tutta un’altra serie di disagi che i residenti imputano alla “disattenzione” del Comune.

«Chilivani è ormai terra di nessuno - dice un residente - ma non possono essere i cittadini a fare le spese dei conflitti di competenze tra Comune e Ferrovie. Intere aree sono abbandonate e vi proliferano enormi topi di fogna, grossi come gatti, sporchi e aggressivi; gli alberi resi pericolanti dalle piogge e le palme secche non sono stati curati, e rischiano di cadere giù da un momento all’altro; ovunque regnano erbacce e sporcizia: dall’ultima volta che abbiamo visto la macchina che pulisce le strade sono passati non meno di quindici anni». Abbandono ma anche poca sicurezza, scarsa igiene e randagi ovunque, topi e uccelli che proliferano nelle case e nei giardini abbandonati.

«Gran parte delle aree di Chilivani sono ancora di proprietà delle Ferrovie oppure appartengono a privati - dice il consigliere delegato al verde pubblico Pierangelo Fae - pertanto i nostri interventi possono essere solo limitati». Altro problema è poi l’odore nauseabondo che arriva dall’impianto a biomasse della zona industriale, che impesta l’aria per chilometri quadrati con effluvi che qualcuno teme anche possano essere dannosi. «Caso strano da quando esiste quell’impianto nella sola Chilivani ci sono stati dodici casi di neoplasie», dice un’altra donna. I danni alla salute dagli impianti presenti a Chilivani sono sempre stati del tutto esclusi, ma l’insofferenza dei residenti a volte porta a pensare il peggio. E’ difficile dare torto a persone che si sentono abbandonate perché si trovano a vivere in mezzo a un quartiere che, nonostante i tentativi (falliti) di salvare gli ultimi servizi rimasti e di aumentare il numero dei residenti ristrutturando case da assegnare a canone sociale, agli occhi di molti appare ormai un «villaggio fantasma». Nella riunione di quartiere svoltasi a luglio si era fatto una sorta di elenco delle priorità, «ma da allora l’unica volta che abbiamo visto passare qualcuno è stato il 4 novembre per la posa della corona nel cippo in memoria dei Caduti, l’unica zona del quartiere che è stata ripulita dopo mesi», racconta una ragazza. Ma bersaglio delle critiche sono anche le Ferrovie, che al momento stanno eseguendo dei lavori nei binari e che «lasciandosi dietro una scia di rifiuti».

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