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Sassari, la vittima del pestaggio: «15 ore di attesa prima di essere visitato»

Sassari, la vittima del pestaggio: «15 ore di attesa prima di essere visitato»

Il vigile urbano aggredito in via Solari ha trascorso la notte su una sedia al pronto soccorso con una costola incrinata

16 novembre 2018
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SASSARI. «Il secondo pestaggio in poche ore, violento quasi quanto l’aggressione di martedì sera, è stato trascorrere tutta la notte su una sedia del pronto soccorso in attesa di essere visitato».

Ha aspettato quasi quindici ore Alessandro Medas, il vigile urbano di 53 anni aggredito e rapinato tre notti fa in via Solari da due uomini che lo hanno affiancato con la macchina e poi gli hanno portato via il computer, prima di ricevere il referto con la diagnosi (una costola incrinata e un trauma contusivo alla testa) e la prognosi di trenta giorni di cure.

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«Sono entrato al pronto soccorso alle 19 di mercoledì - racconta Medas esausto, davanti a un caffè sul tavolino di un bar di viale Italia - e ne sono uscito solo alle 10.30 del mattino di giovedì, dopo aver trascorso la notte su una sedia».

Mercoledì notte, effettivamente, l’attesa al pronto soccorso del Santissima Annunziata è stata lunghissima per tanti pazienti, ma le responsabilità non possono certo essere attribuite ai medici e agli infermieri che svolgono con grandissima professionalità un compito delicatissimo. «Loro sono stati bravissimi» spiega il vigile urbano con in mano il referto dei medici e quel che resta dei suoi occhiali e del telefonino dopo le botte prese in via Solari.

«Sono stato sottoposto a tutti i controlli e sono stati tutti molto professionali - aggiunge - ma dopo quello che mi era accaduto la sera prima, fare quasi quindici ore di fila mi è sembrata una violenza ulteriore. Non so di chi sia la responsabilità - conclude Alessandro Medas - ma spero che non capiti più a nessuno una cosa simile». (l.f.)
 

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