La Nuova Sardegna

Sassari

L’Asinara diventa luogo di incontro tra popoli

L’Asinara diventa luogo di incontro tra popoli

Ha preso il via venerdì il convegno che chiude le celebrazioni per i 100 anni della Grande guerra 

18 novembre 2018
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STINTINO. Studi, libri e documenti inediti, testimonianze che raccontano la storia dell’Asinara, dei profughi e dei prigionieri che sull’isola trascorsero gli ultimi, tristi anni del primo conflitto mondiale. In 27mila arrivarono, trasportati con le navi da Valona dopo la lunga marcia della morte partita dalla Serbia, e in oltre 7mila trovarono la morte nei campi allestiti tra le pianure e le colline dell’isola.

Sono stati tanti e di profondo interesse i contributi arrivati venerdì, in occasione della prima giornata del convegno “Asinara isola d’Europa”, organizzato dal Comune di Stintino, al Mut di via Lepanto e che si concluderà oggi con una visita all’Asinara.

«Un progetto che nasce da lontano – ha detto il sindaco di Stintino Antonio Diana – e che in questi cinque anni ci ha consentito di raggiungere un importate obiettivo: fare dell’Asinara un luogo di incontro tra popoli». Lo dimostrano, come hanno detto l’assessora alla Cultura Francesca Demontis e gli studiosi Alberto Mario Carta e Aldo Panti, i partecipanti che negli anni si sono succeduti ai convegni e agli incontri stintinesi sulla storia dell’Asinara. Accomunati tutti dalla volontà di dare dignità e un volto a prigionieri e profughi di varie etnie e religioni, provenienti dai vari Paesi di un’Europa allora disgregata, «che – ha aggiunto il direttore del Parco nazionale dell’Asinara Pierpaolo Congiatu – furono seppelliti in terra straniera. Quando riusciremo a dare all’Asinara il titolo di terra d’Europa, allora, quei ragazzi riposeranno come fossero nella loro patria».

Le novità illustrate sono state tante, a partire dai documenti emersi dagli archivi pubblici e privati. E ancorale ricerche del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Sassari che ha ricostruito la vita dei prigionieri sull’isola, avviato il recupero di campioni biologici per lo studio del Dna e individuato le malattie che uccisero oltre 7mila persone. E ancora gli studi e le osservazioni di tipo archeologiche. E poi ancora le tante storie di uomini e donne legate a doppio filo con l’Asinara. E le vicende giudiziarie di alcuni prigionieri sull’isola. Quindi l’attenzione della Chiesa per la questione umanitaria dell’isola. E ancora le vicende dei prigionieri, degli internati e dei confinati austro-ungarici ricoverati nel manicomio di Sassari. Il convengo è proseguito anche ieri e si concluderà sull’isola dell’Asinara per una visita ai luoghi della memoria.

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