La Nuova Sardegna

Sassari

Addio ad Andrea Saba, il signore dell’economia

di Gianni Olandi
Addio ad Andrea Saba, il signore dell’economia

Allievo di Sylos Labini e protagonista della vita accademica e politica. Da anni viveva ad Alghero

19 novembre 2018
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SASSARI. Si sono svolti domenica mattina a Sassari, nella chiesa di San Giuseppe, i funerali del professor Andrea Saba, già docente di Economia industriale e statistica alla Sapienza di Roma, una delle figure più autorevoli di quella classe dirigente sarda che per decenni è stata protagonista della vita politica e accademica del Paese.

Aveva 86 anni. Allievo di Sylos Labini, socialista della corrente più a sinistra del partito, quella di Lombardi prima e Signorile poi, apparteneva a quella schiera di sassaresi, piuttosto folta, che aveva deciso di trascorrere l'estate, ma non solo, sulla Riviera del Corallo dove ha vissuto fino al pomeriggio di venerdì scorso, quando per una complicazione sopraggiunta dopo una operazione che sembrava di routine, è morto nell'ospedale Santissima Annunziata.

Pur svolgendo un ruolo strettamente tecnico in ambito universitario, studio e ricerca, il professor Saba ha vissuto quello straordinario periodo che vedeva la politica sassarese ai vertici di quella nazionale, dai Berlinguer alla famiglia Segni, Cossiga, l'economista Siglienti , tanto per citare alcuni riferimenti politici di quegli anni.

Impressionante il suo curriculum a cominciare dalla borsa di studio per l’Università di Cambridge U.K. King’s College dove nel 1962 si è laureato in Economia con la super vision diNicholas Kaldor.

Fu il primo degli studenti stranieri agli esami finali in economia politica. Per anni fu presidente dello Iams, l'Istituto per lo sviluppo economico del Mezzogiorno. Autore di numerose pubblicazioni sulle dinamiche dello sviluppo industriale, alcune delle quali tradotte anche all'estero. A lungo visiting professor in università europee e americane. Quando per via dell'età ha ridotto gli impegni di studio e di lavoro, si è pienamente goduta la sua casa sui bastioni del centro storico catalano, una straordinaria finestra sul golfo. Ad Alghero aveva costruito una fitta rete di amicizie, lo conoscevano tutti, “buongiorno professò “ era il saluto che riceveva con simpatia quando attraversava gli acciottolati della città vecchia con il suo Vespino o in bici. Sanguigno, sempre pronto alla battuta, con una invidiabile memoria e rara intelligenza, gli sono passati vicinissimi 40 anni della storia del Paese, amava il mare, i grandi spazi, parlare con la gente per strada. Una gran perdita.

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