La Nuova Sardegna

PORTO TORRES. Due cittadini portotorresi avrebbero alimentato il loro appartamento in centro collegandosi alla rete idrica pubblica attraverso un allaccio abusivo dotato di un contatore falso. Un finto contatore privo di marca e in pessimo stato di conservazione, che non permetteva nemmeno la possibilità di lettura, installato in una utenza che risultava intestata a una signora deceduta. Una invenzione neanche tanto originale, comunque, sulla quale i due uomini speravano però di averla già fatta franca assicurandosi la fornitura d’acqua gratuita. I controlli accurati dei carabinieri della stazione di Porto Torres – su segnalazione del servizio ispettivo di Abbanoa – hanno sgombrato il campo dalle ipotesi e portato alla contestazione del reato in flagranza ai due “abusivi”. Il sostituto procuratore della Repubblica di Sassari, Maria Paola Asara, ha poi proposto al gip la pena di 15mila e 100 euro di multa per ciascuno degli imputati, con sospensione condizionale della pena. Il reato contestato era il furto con diverse aggravanti: «Essersi avvalsi di mezzo fraudolento, aver usato violenza sulle cose, aver commesso il fatto su materiale sottratto ad infrastrutture destinare all’erogazione di servizi pubblici». I tecnici di Abbanoa, al contrario del passato, sono ora dotati di palmari elettronici con i quali possono controllare in tempo reale la regolarità degli allacci e i dati dei contatori. Se si tenta di nascondere l’allaccio abusivo installando misuratori falsi, infatti, il palmare attraverso i gps satellitari dà immediatamente riscontro di irregolarità. Il servizio ispettivo dell’ente idrico aveva individuato le manomissioni all’interno della nicchia di allaccio. Complessivamente, dal 2015 a oggi a Porto Torres sono stati riscontrati 48 allacci abusivi: spesso, al posto del finto contatore, viene installato un tubo flessibile. (g.ma.)