La Nuova Sardegna

Sassari

Per la città solo prove tecniche di emergenza

Per la città solo prove tecniche di emergenza

L’allarme alle 14 era cessato, ma la Protezione civile ha monitorato tutte le zone a rischio allagamenti

20 novembre 2018
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SASSARI. Alla 14 l’allerta meteo aveva già cambiato colore, e da arancione era stata declassata a giallo. Quindi niente più rischio moderato, ma un ordinario acquazzone. Quindi per la Protezione Civile e per il Centro Operativo Comunale (Cop) alla fine si è trattato di una interessante esercitazione. Una prova tecnica in vista di emergenze meteo più concrete. Quella di ieri, almeno sulla carta, sembrava piuttosto seria. Poche volte, sul territorio di Sassari, ha aleggiato lo spettro di un’allerta arancione. Il Cop quindi si è messo subito in moto assumendo tutte le contromisure. I volontari della Misericordia e i barracelli hanno tenuto d’occhio le aree che il Piano comunale di protezione civile individua a rischio idraulico e geologico. Quindi massima attenzione nei confronti dei corsi d’acqua, soprattutto se tombati. Queste operazioni sono seguite anche dagli agenti della polizia municipale, che ieri mattina hanno anche presidiato gli ingressi degli istituti scolastici, rimasti chiusi a seguito dell’ordinanza del sindaco Sanna. «Nonostante la fake news – dice il comandante Gianni Serra – alla fine la comunicazione è andata a segno e nelle varie scuole non si è presentato alcun alunno». In attesa del picco di precipitazioni atteso per il pomeriggio, il Cop si è riunito a intervalli di alcune ore per fare il punto sull’evolversi dell’emergenza. Le pattuglie dei vigili urbani erano pronte a intervenire anche sul versante della viabilità e sui possibili intoppi. «L’attenzione – prosegue Gianni Serra – era concentrata sulle zone rosse individuate dal Piano di assetto idrogeologico. Parliamo in prima battuta del Rio San Giovanni, che da viale Umberto arriva sino alla vallata del Rosello. La zona di Cappuccini è classificata ad alto rischio inondazione. Stesso discorso per l’Argentiera. E criticità elevata anche per il rio Ottava, per San Giorgio, Caniga e Bancali. Poi c’è il solito rio Calamasciu che nella parte terminale è tombato e finisce per esondare nel parcheggio di Eurospin a Predda Niedda». Ma oltre ai circoletti rossi del Pai, ci sono anche quelli tracciati dall’esperienza: «Il sottopasso di Santa Maria, via Padre Zirano, via Berlinguer, via Gramsci, la parte bassa di via Ugo La Malfa, via delle Croci e infine via Cilea e via Kennedy. Tutte zone che in caso di precipitazioni abbondanti presentano fenomeni di allagamenti».

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