La Nuova Sardegna

Sassari

Il pubblicitario Gavino Sanna allo Scientifico

Il pubblicitario Gavino Sanna allo Scientifico

Il racconto della sua vita, dall’istituto d’Arte a personaggio di fama mondiale legato alla Sardegna

21 novembre 2018
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PORTO TORRES. Il pubblicitario turritano Gavino Sanna doveva illustrare ieri mattina agli studenti liceali alcuni brani del suo nuovo libro “Immusgi” - che sarà presentato venerdì alle 18 nella sala Filippo Canu- e ha colto anche l’occasione per raccontare ai giovanissimi concittadini la sua gioventù portotorrese e alcuni episodi di una città che non ha mai smesso di amare.

Una storia che parte dai primi anni scolastici nell’edificio vicino a casa sua – con la maestra che puniva con bacchettate chiunque si muovesse dalla sedia – e continua con il trasferimento a Sassari nella scuola media vicino alla chiesa di San Giuseppe. «Alle elementari e alle medie ero un vero e proprio somaro – confessa il pubblicitario –, non provavo interesse per nessuna materia, mentre quando mi iscrissi all’istituto d’Arte mi successe qualcosa di impensabile: diventai improvvisamente il primo della classe e alla fine del corso di studi sono stato premiato con un 10 in disegno da Stanis Dessy, quello che considero il mio vero papà d’arte e che mi ha insegnato tutto».

Il disegno - o meglio le caricature - hanno poi accompagnato la vita e la carriera artistica di Gavino Sanna.

«Un episodio inaspettato – racconta – fu quando mio zio Antonio Paglietti mi portò a 13 anni alla Nuova Sardegna per conoscere il direttore di allora Aldo Cesaraccio, una sorta di Montanelli della Sardegna. Il direttore mi chiese di disegnare una caricatura di Antonio Segni, presidente della Repubblica, che io non avevo mai visto ne conosciuto». Fu rovistando a casa tra le raccolte di giornali strappati che il pubblicitario trovò la caricatura, disegnata da un vignettista famoso come Caretto. «Presi una carta carbone e copiai a mano quel disegno, poi con la china lo ripassai per bene: La Nuova Sardegna, per merito del suo direttore, mi inserì allora nella rubrica “Galleria dei Sassaresi” e per circa quattro anni il quotidiano pubblicò le mie caricature. Una grande soddisfazione». (g.m.)

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