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Rimpasto, è guerra tra sindaco e Pd

di Salvatore Santoni
Rimpasto, è guerra tra sindaco e Pd

I Dem vogliono il vicesindaco. Sassu: «Non si torna indietro»

21 novembre 2018
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SENNORI. Il rimpasto si avvicina e in municipio cominciano a soffiare venti di guerra: è braccio di ferro tra il Pd e il sindaco Nicola Sassu. I democratici chiedono di cambiare il patto politico di inizio mandato che prevede la rotazione degli assessori chiedendo il nome del vicesindaco; il primo cittadino dà l’ultimatum agli uscenti chiedendo le dimissioni entro il 23 novembre e annunciando che non si torna indietro. Nel frattempo, gli assessori del Pd Mario Satta e Maria Ladinetti non partecipano più alle giunte già da un paio di mesi e il partito ha disertato l’ultimo vertice di coalizione.

Il patto. Gli accordi pre-elettorali sottoscritti dalla coalizione civica che dal 5 giugno del 2016, data delle ultime elezioni comunali, sostiene il sindaco Nicola Sassu sono abbastanza semplici: a metà mandato rotazione di tutti i consiglieri nel ruolo di assessori. Tutti tranne Roberto Desini, che sul groppone ha il delicato ruolo di consigliere regionale. Un patto di ferro che sembrava aver messo d’accordo tutti e che, invece, ora non piace al Pd.

La virata. Il patto prevedeva un solo assessore Pd al secondo giro, ma nelle ultime settimane il partito c’ha ripensato: vorrebbe di più. Non un semplice assessore ma il vicesindaco. Un posto di prestigio che ai democratici serve come il pane in ottica elezioni regionali. E quindi per tentare di risollevare la china dopo l’emorragia di consensi alle ultime politiche.

La rottura. I malumori sono cominciati già da qualche mese. L’avvicinarsi dell’avvicendamento ha infatti messo in fibrillazione i democratici. Le cose sono cominciate con la fuga dalle sedute di giunta degli assessori Mario Satta e Maria Ladinetti. Assenze che potevano sembrare semplici raffreddori ma che ben presto sono diventati veri e propri mal di pancia. Soprattutto quando i democratici (assessori e presidente del consiglio Antioco Lampis) hanno disertato l’ultima seduta dell’assemblea civica. L’ultimo atto della rottura risale a qualche giorno fa, quando il Pd ha disertato la riunione di maggioranza chiudendosi in un silenzio tombale.

L’ultimatum. Il primo cittadino è passato alle vie formali inviando una lettera a tutti gli assessori e al presidente Lampis ricordando il patto solenne e le conseguenze che attendono chi avesse intenzione di non rispettarli. Un modo gentile con il quale il sindaco ha minacciato l’azzeramento della giunta e la mozione di sfiducia per il presidente del consiglio.

Nuova giunta. Secondo l’accordo politico originario, nei prossimi giorni in giunta entreranno i consiglieri Antonella Piana, Elena Cornalis, Giovannino Mannu e Mario Tonio Satta. Resta l’incognita Lampis, attuale presidente del consiglio, cui spetterebbe l’incarico nell’esecutivo in quota Pd. Quindi le possibilità sono due: o il Pd torna sui propri passi e consente a Lampis di entrare in giunta, oppure il partito rinuncia ad avere assessori o, peggio ancora, passa all’opposizione. In questo caso il posto del quinto posto nell’esecutivo potrebbe andare in staffetta agli assessori – tuttora in carica – Salvatore Piredda, Maria Antonietta Pazzola e Ottavio Ligas.



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