La Nuova Sardegna

Sassari

Arriva lo stop: 2113 pazienti da assistere

di Luigi Soriga
Arriva lo stop: 2113 pazienti da assistere

Ecco la “dote” di prenotazioni ambulatoriali a Cup che la sanità pubblica dovrà assorbire, oltre a 7 anziani non dimissibili

22 novembre 2018
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SASSARI. Il destino del policlinico corre su due binari: c’è quello delle parole e quello dei fatti. Il primo porta a un’ipotesi di futuro, il secondo, fino ad ora è un binario morto. Le parole sono le rassicurazioni della politica e delle istituzioni. I fatti sono tutto ciò che di formale si fissa nero su bianco. La storia del Policlinico, letta nell’inchiostro, non sembra orientata verso il lieto fine. «Fino ad oggi noi abbiamo ricevuto quattro comunicazioni ufficiali – spiega il direttore generale Vincenzo Dettori – e ci stiamo muovendo sulla base di questi documenti».

Il primo è la revoca dell’accreditamento disposta dal dirigente dell’assessorato regionale alla Sanità. Il secondo riguarda la richiesta di sospendere qualsiasi prestazione di tipo ambulatoriale e chirurgica e di non effettuare più ricoveri. Il terzo è la lettera dell’Ats, che “suo malgrado e con rammarico si vede costretta” a risolvere il regime di convenzione per i servizi sanitari offerti. Quindi, da ieri, il Policlinico è una clinica privata che non ottiene alcun rimborso. Infine il quarto invito formale: raccordarsi con Aou e Ats per il trasferimento e la presa in carico di tutti i pazienti. A leggerle in maniera asettica si tratta di tappe obbligate e consequenziali a quel provvedimento del 27 settembre firmato da Federico Argiolas, dirigente regionale del Servizio governo clinico. Intorno ci sono tavoli istituzionali, promesse, ipotesi, soluzioni. Davanti una rotaia che si interrompe sul nulla. La speranza è che questa auspicata via d’uscita, possa arrivare quanto prima.

Staccare la spina a un presidio così radicato nel territorio, anche se in via provvisoria, non è operazione indolore. E da oggi lo sperimenteranno sulla propria pelle i primari e i direttori delle altre strutture pubbliche. Basta solo un dato per immaginare il caos che sta per abbattersi sulla sanità locale: ieri il direttore sanitario del Policlinico Angelo Melis ha consegnato ad Ats e Aou la lista delle prestazioni ambulatoriali già prenotate. Da qui a un mese i pazienti in attesa per una tac, una visita cardiologica, un’ecografica e via dicendo sono 2113. Un numero vertiginoso se sommato all’agenda già sterminata in carico alle Cliniche e al Santissima Annunziata. Ma per capire la velocità con la quale macina il Cup e quanto il Policlinico riesca ad alleggerire gli elenchi, è illuminante un altro dato. Alla riunione che si è svolta due giorni fa, sempre Angelo Melis si era presentato con una cartella. Il numero delle prenotazioni, aggiornata a martedì, era di 1972 richieste di prestazioni. Però qualcuno si è dimenticato di avvisare il Cup di depennare il Policlinico dalle agende, e i centralinisti hanno continuato ad assegnargli nuove prenotazioni. Così da un giorno all’altro sono passate da 1972 a 2113. Domanda: cosa accadrà a chi aveva una ecografia all’addome o una mammografia prenotata tra una decina di giorni? Se verrà messo in coda negli elenchi Cup se ne riparla tra 8 mesi. E per una tac o una visita oculistica dovrà attendere altri 4 mesi? Sarà interessante scoprire come verranno assorbiti e gestiti questi 2113 “orfanelli” del Policlinico. Ai quali si aggiungono i pazienti in dimissione nell’arco di pochi giorni. Ci sono 27 persone in grado di tornare a casa, ma 7 non sono ancora in condizioni cliniche per lasciare la Riabilitazione e la Geriatria. Questi pazienti dovranno essere subito presi in carico dalla sanità pubblica, che però continua ad annaspare nella carenza di posti letto. Basta dare un’occhiata al numero di barelle sulle quali vengono parcheggiati alcuni ricoverati, per capire che gli altri ospedali non hanno bisogno di ulteriori carichi di lavoro. Sarà un problema anche per i reparti di Ostetricia e Ginecologia, dal momento che tutte le mamme in procinto di partorire sono state dirottate verso le Cliniche. Insomma, se il binario morto del Policlinico dovesse essere destinato a infrangersi su un muro, anche l’intera macchina assistenziale dovrà prepararsi a reggere il crash test.

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