La Nuova Sardegna

Sassari

Inarrestabile crisi di negozi e botteghe

Inarrestabile crisi di negozi e botteghe

Chiudono le rivendite storiche, costrette alla resa dai centri commerciali

25 novembre 2018
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PORTO TORRES. Aumentano le serrate di negozi e botteghe che hanno fatto la storia del commercio cittadino. Il corso Vittorio Emanuele di sera è oramai diventata una desolazione per chiunque si trovi a transitare e sui siti specializzati compaiono attività commerciali o locali in vendita o in affitti.

La rivendita Benetton ha già chiuso i battenti da qualche settimana e la boutique per donna Multimira cessa l’attività a Porto Torres e si trasferisce a Sassari. Anche la storica boutique di Paola Falchi – nata nel 1957 come sartoria – ha deciso dopo tanti anni di abbassare le serrande tra qualche settimana. La liberalizzazione del mercato, con l’apertura di strutture gigantesche come centri commerciali ha sicuramente contribuito allo spopolamento dei centri storici. Con una sofferenza e calo del volume di affari delle attività produttive del centro e di conseguenza poi alla loro chiusura.

«Abbiamo molta paura di questa crisi – dice Maria Santa Zucca della profumeria Armonie – perché rischiamo di chiudere anche noi: la sera c’è il coprifuoco nel Corso e in piazza non c’è anima viva. A Natale poi non è previsto nessun evento che crei attrazione, per fare in modo che la gente esca di casa e provi di nuovo a innamorarsi della propria città».

Eppure Porto Torres ha grandi potenzialità, secondo Maria Santa Zucca, ed è in una posizione baricentrica rispetto alle altre località costiere: «Abbiamo una Ferrari in mano, però manca il pilota che la sappia guidare».

Per Giorgio Falchi aprire una attività commerciale di vendita al dettaglio è diventata una impresa ad altissimo rischio: «C’è un regime fiscale oppressivo ed è anche cambiato il sistema della compravendita, che si regge molto sulle vendite online. La città per rinascere deve sfruttare le risorse a disposizione: Asinara, area archeologica, scalo marittimo e gli investimenti industriali, ora fermi al passo». (g.m.)

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