La Nuova Sardegna

Sassari

Uffici postali salvi nei piccoli Comuni della Sardegna

di Alessandro Pirina
Uffici postali salvi nei piccoli Comuni della Sardegna

Stop alle chiusure: l’annuncio a Roma, presenti 184 sindaci sardi

28 novembre 2018
4 MINUTI DI LETTURA





INVIATO A ROMA. Il portalettere salvatore dei piccoli comuni. Poste Italiane lancia la sua offensiva per frenare lo spopolamento dei borghi. Un decalogo in cui la società si impegna a riavvicinare i servizi ai cittadini. Ovviamente in una chiave più moderna, con meno lettere e più pacchi. Ma soprattutto con lo stop alla chiusura degli uffici postali nei centri più piccoli. Un’inversione di tendenza rispetto al recente passato annunciata davanti a una platea di 3mila sindaci arrivati da tutta Italia. Sardegna compresa, rappresentata da una delegazione di 184 primi cittadini di centri con popolazione sotto i 5mila abitanti guidati dal presidente regionale dell’Anci, Emiliano Deiana.

La convention. Alla mega convention di Roma era presente quasi mezzo governo: il premier Giuseppe Conte, i ministri Matteo Salvini e Giulia Bongiorno, la sottosegretaria Laura Castelli. Nonché il presidente dell’Anci, Antonio Decaro. Ma è stato un messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad aprire la giornata della rivoluzione postale. «I Comuni meno densamente popolati sono lo specchio dell’Italia e nessuno di loro è piccolo – ha dichiarato il capo dello Stato – perché ciascuno riflette interamente i valori della Repubblica e della sua Costituzione, al pari delle grandi città e degli agglomerati metropolitani. Particolarmente apprezzabile l’iniziativa di dialogo assunta da Poste Italiane con i sindaci che li rappresentano. Aree interne, isole minori, zone montane, assommano il 60 per cento del territorio nazionale e ospitano un quarto della popolazione. La sfida è come riuscire a rendere effettivo l’esercizio dell’accesso a servizi essenziali, in cui si concretizza l’appartenenza alla comune cittadinanza: la salute, la scuola, la mobilità pubblica, le reti».

La rivincita dei piccoli. La risposta è arrivata qualche intervento dopo dall’amministratore di Poste Italiane, Matteo Del Fante. «Abbiamo deciso di iniziare una coraggiosa inversione di tendenza». Un cambio di atteggiamento dovuto alla decisione di investire sui pacchi, che, grazie al boom dell’e-commerce, viaggiano molto più delle lettere, che oggi sono appena 2 miliardi e mezzo contro i 15 di qualche lustro fa. «Con i pacchi possiamo ritornare a dare servizi sul territorio», ha detto trionfante Del Fante. Di qui la decisione di Poste Italiane di investire proprio su quel terreno su cui nelle ultime stagioni si era disimpegnata: i piccoli comuni. E i primi punti del decalogo annunciato dall’amministratore riguardano proprio la presenza delle sedi postali nei borghi. «Non chiuderemo più alcun ufficio. Ma non solo: in ognuno di essi ci sarà uno sportello dedicato alle esigenze dei comuni. Un presidio per rispondere e gestire tutte le istanze che vengono dal territorio». L’altra promessa di Poste Italiane riguarda i piccoli centri sprovvisti di ufficio postale: qui entro un anno saranno installati gli sportelli automatici. In Sardegna per il momento sono 12 i centri interessati: 10 in provincia di Oristano (Baradili, Bidonì, Pompu, Sennariolo, Siris, Tadasuni, Siapiccia, Curcuris, Soddì, Tinnura), 1 in provincia di Sassari (Muros) e 1 nel Sulcis (Setzu). Tutti avranno l’Atm Postamat entro la fine del 2018. Non solo: alcuni servizi potranno essere fatti a domicilio senza costi aggiuntivi e, grazie all’accordo con la loro federazione, le tabaccherie potranno svolgere le funzioni di ufficio postale. E ancora: wi-fi gratuito, servizio tesoreria per i Comuni, più sicurezza con telecamere interne ed esterne, eliminazione delle barriere architettoniche nell’80% degli uffici, rafforzamento dei presidi nelle località turistiche.

Salvini e Conte. «Fra un anno saremo qui a fare la spunta dei punti», ha commentato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che nel suo intervento ha anche rilanciato l’ipotesi di ripristinare le province. «Risolte le emergenze dobbiamo avere la forza, la buona volontà, il coraggio di rivedere un impianto istituzionale monco, perché, all’italiana, c’è un ente che c’è e non c’è, che fa e non fa». Prima di lui sul palco il premier Giuseppe Conte. «La coesione territoriale è una delle sfide più importanti che questo governo sta raccogliendo. Questa giornata coniuga il tessuto della tradizione economico sociale del nostro Paese con l'orgoglio del campanile e anche con l'innovazione. L’ufficio postale è un presidio dello Stato, la sua presenza è un elemento di fiducia nel futuro. Quei 13mila uffici postali sono una trama fittissima di servizi che collegano l’Italia intera». La ministra della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, ha infine lanciato la rivoluzione digitale, che «non è ancora partita, siamo all’anno zero. Ma deve essere fatta tenendo conto dell’eterogeneità del nostro Paese».

In Primo Piano
L’iniziativa

Il porcetto sardo in corsa per la denominazione Igp

Le nostre iniziative