La Nuova Sardegna

Sassari

La Crucca, un miracolo nei terreni abbandonati

di Gianni Bazzoni
La Crucca, un miracolo nei terreni abbandonati

In trent’anni nel centro creato da don Chino Pezzoli sono passate 4mila persone, 1800 quelle sarde

29 novembre 2018
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SASSARI. Quando sta in comunità non risponde mai al telefono, ha altro da fare. Gira come una trottola, fa incontri, segue colloqui, va a vedere cosa nasce dal lavoro degli uomini e delle donne che coltivano la speranza di una nuova vita. Circa 4mila persone sono passate dalla comunità “Maria Madre dei poveri”, più conosciuta come “La Crucca”, 1800 quelle sarde, tutte legate a un progetto di rinascita basato sul sacrificio e la fatica per riportare la mente a contatto con la realtà. Quel 15 maggio del 1988 quando era in visita ai ragazzi del centro di Villanterio (un cantiere aperto: mattoni, cemento e tanto lavoro manuale), don Chino Pezzoli ha sollevato la cornetta, ha ascoltato e ringraziato. Poi è uscito nell’aia e ha raccontato: «Ho lasciato squillare un po’ di volte, poi visto che nessuno rispondeva l’ho fatto io. Pronto? Desidero parlare con don Chino...Sono io... Sono l’ingegner Micoli ho una proposta: il consiglio di amministrazione dell’Enichem ha una tenuta in Sardegna, nei pressi di Porto Torres, non abbiamo interesse a continuare la gestione, se la vuole vedere...». Il 31 maggio don Chino è andato a vederla, ha girato in silenzio, ha scrutato i luoghi. Alle 16, quando gli è stata rivolta la domanda: che ne pensa? Ha risposto: «La prendo». Così è cominciata l’avventura.

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Sono passati trent’anni da quando il sacerdote bergamasco - che di anni ne ha 83 - ha accettato la donazione della casa padronale con circa 70 ettari di terreno. All’inizio l’obiettivo è stato quello di acquisire case coloniche e vecchie stalle che circondano l’edificio ottocentesco, fino a estendere la comunità per oltre 200 ettari. «Ho fatto 12 rogiti nei primi 10 anni», racconta don Chino, o semplicemente “il don”, come lo chiamano gli ospiti e i collaboratori.

Sabato 1 dicembre, in occasione del trentennale, è in programma una giornata che ha lo scopo di “fissare il tempo”: si parlerà della comunità La Crucca come risorsa del territorio, del sostegno della famiglia e del reinserimento lavorativo. Interverranno in tanti, operatori del sociale (tra questi anche padre Salvatore Morittu di Mondo X Sardegna). E poi ci sarà don Chino Pezzoli che presenterà il suo nuovo libro “Solo l’amore vale”. La conclusione nel pomeriggio con un momento di convivenza tra gli ospiti della comunità e i loro parenti.

«Sabato e domenica la Comunità di promozione Umana ricorda i suoi trent’anni – dice Paolo Camiciottoli, responsabile de La Crucca – una storia difficile ma bella perché ha permesso a tante persone e famiglie di ritornare a vivere. E in questa direzione intendiamo procedere, con la certezza che chi dice si alla vita può trovare la forza per dire no alla droga e costruire una soluzione al disordine mentale».

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La comunità oggi comprende allevamenti (bovini, ovini e suini), un settore ortofrutticolo, officine meccaniche e falegnameria, il caseificio. «Abbiamo anche un negozio come commercializziamo i nostri prodotti – dice ancora Paolo Camiciottoli – , un punto vendita a Porto Torres gestito dalla nostra cooperativa “Alle Cascine” creata per il reinserimento lavorativo, e un servizio di mercato ambulante».

La comunità è accreditata dalla Regione per 90 posti, «una delle risposte reali di accoglienza e cura del dipendente da droghe, alcol e gioco compulsivo. Agiamo in sinergia con i Serd, il Centro di ascolto di Sassari, il gruppo di auto-aiuto formato dai familiari delle persone in trattamento. La comunità è un luogo dove sperimentarsi, mettersi alla prova in un contesto di maturazione, ma anche di produzione dove viene valorizzato il lavoro per tornare alla vita.

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