La Nuova Sardegna

Sassari

«Orecchio staccato: 6 ore senza cure»

di Luca Fiori
«Orecchio staccato: 6 ore senza cure»

La protesta di Paddeu rimasto a lungo al Pronto Soccorso in attesa dell’intervento. Sempre grave il carabiniere ferito

01 dicembre 2018
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SASSARI. «Dopo aver subìto la parziale amputazione dell’orecchio da parte di un delinquente, sono stato abbandonato per ore all’interno di una stanzetta del Pronto Soccorso del Santissima Annunziata senza che nessuno si preoccupasse di me. L’intervento di ricostruzione del padiglione auricolare, eseguito poi nel reparto di Otorino, a causa di questa lunga e assurda attesa potrebbe ora essere inutile».

Ignazio Paddeu, sassarese di 63 anni, ex commerciante, è l’uomo che due giorni fa è stato aggredito nell’ingresso del suo palazzo in via Sulcis, dopo che insieme al nipote carabiniere aveva sorpreso un ladro che stava tentando di aprire un appartamento per rubare. Le condizioni dell’appuntato scelto dell’Arma che presta servizio a Ossi sono sempre serie. Il militare – ancora ricoverato – era stato colpito con un pugno da Davide Melki e poi era precipitato da una rampa di scale battendo violentemente la testa. Ieri è stato sottoposto a nuovi accertamenti e i medici sperano che l’emorragia cerebrale si riassorba, in modo che non si debba intervenire chirurgicamente.

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È già tornato a casa invece Ignazio Paddeu, a cui i medici del Pronto Soccorso hanno assegnato per il momento venti giorni di cure. Stamattina l’uomo dovrà tornare in ospedale per una medicazione all’orecchio, ma l’ex commerciante è deciso anche a recarsi in Procura per denunciare una situazione che sembra quasi paradossale e che potrebbe procuragli un danno permanente. «Sono arrivato all’ospedale poco dopo le 11 del mattino con il pezzo di orecchio staccato all’interno del sacchetto in cui lo avevano messo i soccorritori del 118 – racconta Paddeu nel salone della sua abitazione di via Sulcis – e invece di entrare subito in sala operatoria mi è stata misurata la pressione e da quel momento sono rimasto in una stanzetta per ore in stato di quasi abbandono. Nessuno ha pensato di farmi un antidolorifico – aggiunge l’uomo dimesso con una fasciatura in testa – e solo dopo le 17 finalmente è arrivata un’ambulanza, che fino a quel momento pare non si trovasse, e sono stato accompagnato nel reparto di Otorino».

Sei lunghe ore di attesa che potrebbero aver reso inutile l’operazione al padiglione auricolare. «I medici del reparto di Otorino alla “stecca bianca” – spiega l’uomo – a differenza di quelli incontrati al Pronto Soccorso sono stati eccezionali, ma mi hanno detto che era passato troppo tempo e che difficilmente l’intervento avrebbe avuto un esito positivo». Giovedì a tarda sera Ignazio Paddeu è stato riportato al Pronto Soccorso con la prescrizione di un antibiotico da parte dei medici che lo avevano operato.

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«Mi è stato detto che quel farmaco non c’era - racconta l’uomo - e solo dopo un’accesa discussione tra mia moglie e un medico l’antibiotico è saltato fuori. Dopo l’iniezione finalmente sono tornato a casa. Ora mi rivolgerò a un avvocato e chiederò che venga fatta chiarezza su quello che mi è capitato. Sono molto amareggiato – conclude Paddeu – dopo la brutale aggressione ho dovuto anche constatare che al Pronto Soccorso manca una cosa di cui avrebbero bisogno le persone che vi si recano per chiedere aiuto: l’umanità».

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