La Nuova Sardegna

Sassari

Cento animali all’anno uccisi da esche avvelenate

di Vincenzo Garofalo
Cento animali all’anno uccisi da esche avvelenate

Giornata di sensibilizzazione per le scuole di “Life under griffon wings” «La catena di morte può arrivare all’uomo, e non si trovano i colpevoli» 

02 dicembre 2018
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SASSARI. Lumachicidi, topicidi e insetticidi. Ma anche stricnina, e perfino chiodi e spilli. Sono gli ingredienti mortali delle esche avvelenate che nelle campagne, e spesso in città, fanno strage di animali. Bocconi di carne mortiferi che uccidono le vittime fra atroci sofferenze, e nella maggior parte delle volte a cadere nella trappola sono cani e gatti. Una catena di morte che non risparmia volpi, bovini, ovini, grifoni. 279 sono casi riscontrati dal 2015 al 2018 dall’Osservatorio Fauna Selvatica dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna: quasi cento ogni anno. E tutti, tranne uno, sono rimasti impuniti.

Gli avvelenatori restano ignoti perché nonostante l’uso di bocconi avvelenati sia un crimine punito dalla legge, il lavoro e le prime indagini svolti con solerzia dal Nucleo cinofilo antiveleno del Corpo Forestale della Sardegna, difficilmente sfocia poi nell’apertura di un’inchiesta che deve essere avviata dalla Procura o dal sindaco sul cui territorio vengono trovati le esche mortali.

Una realtà che è venuta fuori nel corso di “#Veleno”, giornata di sensibilizzazione contro l’avvelenamento della fauna, che si è svolta venerdì tra il complesso didattico universitario del Quadrilatero e i giardini pubblici di via Tavolara. L’iniziativa è stata organizzata da “Life Under Griffon Wings”, progetto finanziato nell’ambito del nuovo Programma per l’ambiente e l’azione per il clima (Life 2014-2020), che ha come obiettivo principale il miglioramento dello stato di conservazione del grifone in Sardegna ed è sviluppato dall’Università di Sassari in partenariato con il Comune di Bosa, l’Agenzia Forestas e il Corpo Forestale della Sardegna, grazie al networking con la Junta de Andalucia e la Vulture Conservation Foundation, in collaborazione con gli assessorati regionali alla Difesa dell’ambiente, alla Sanità e all'Agricoltura, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna e il Parco naturale regionale di Porto Conte.

La giornata di sensibilizzazione si è sviluppata in tre momenti: al mattino, i locali del Dipartimento di Giurisprudenza hanno ospitato un convegno divulgativo per le scuole superiori; poi ai giardini pubblici di via Tavolara c’è stata un'esibizione dimostrativa del Nucleo cinofilo antiveleno costituito dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale con i cani addestrati dal Dipartimento di Veterinaria e i conduttori della Croce Gialla di Ploaghe. Nel pomeriggio il confronto su un fenomeno ancora sottovalutato. «Partiamo dalle scuole perché il primo investimento utile è la prevenzione», ha spiegato Maria Piera Giannasi, responsabile del Nucleo antiveleno. «Vorremmo che gli studenti fossero i primi testimonial: usare i bocconi avvelenati è un reato che rischia di avviare una catena di morte che tocca anche l'uomo».

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