La Nuova Sardegna

Sassari

Plastica bruciata nei camini: a Osilo nuove indagini

Mario Bonu
Plastica bruciata nei camini: a Osilo nuove indagini

Dopo la denuncia del comitato “Aria nuova” il sindaco incarica barracelli e vigili

09 dicembre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





OSILO. «La salute dei cittadini è una priorità da preservare, ma un problema di carattere "specifico" ed eventualmente limitato (da verificare), non può essere generalizzato alla totalità dei cittadini». Lo afferma il sindaco Giovanni Ligios sulla denuncia del comitato “Osilo aria nuova”, secondo cui sarebbe una pratica diffusa in paese quella di bruciare la plastica nei camini. In ogni caso, il sindaco ha interessato gli uffici competenti e la compagnia barracellare, perché si proceda «con estrema urgenza alla verifica (attraverso l'interessamento di Asl/Ats, vigli urbani, barracelli, e chiunque altro abbia competenza in materia) di quanto dichiarato dalla portavoce del comitato Aria Nuova».

La denuncia del comitato è contenuta in un volantino fatto circolare in paese, di cui anche la Nuova ha dato notizia. «A Osilo arriva la stagione fredda e con essa la puzza nauseabonda di platica bruciata», era l’esordio del foglio. Ma ancora più perentoria è stata la nota trasmessa dalla portavoce di Aria nuova, Paola Marras, al sindaco, che parla di «incivile e criminale abitudine di bruciare plastica ed altri rifiuti nelle stufe e nei camini di Osilo, ma anche nelle sue campagne». «Siamo stanchi – prosegue Paola Marras – di subire il comportamento incivile di tanti nostri concittadini che, per ignoranza, pigrizia o semplicemente per “accendere il fuoco” o “per ravvivarlo” come alcuni ci hanno detto, danno alle fiamme il piatto di plastica, l'imballaggio, la vaschetta della carne, il mobile vecchio». Una “cappa” – è il caso di dirlo – che avvolgerebbe Osilo nei mesi invernali, facendogli perdere quella qualità per cui è universalmente conosciuto: l’aria fresca e sana del paese di mezza montagna, da sempre “collina dei sassaresi”.

Ma girando per il paese, oltre a non avere la percezione di questa “cappa”, si colgono anche dei commenti fra l’ironico e l’offeso. «Come si fa a far passare un intero paese per incivile – è la considerazione di molti – magari per qualche occasionale episodio?». E proprio a questo proposito – considerato che la storia della plastica bruciata nei camini viene da lontano – già all’inizio del 2017, sempre su segnalazione di Paola Marras, in via Manno, la via “incriminata” e nelle strade adiacenti, erano intervenuti ripetutamente i vigili urbani, rilevando ogni volta “nessun odore”. Ben 17 sovralluoghi – come risulta dal resoconto protocollato - dal 13 gennaio al 16 febbraio, in orari diversi dalle 9 del mattino alle 8 di sera, tutti con lo stesso esito. Fatto confermato anche da diversi cittadini, indicati nella nota con nome e cognome: «mai sentito odore di plastica bruciata nella via». Alle stesse conclusioni, con nota al Comune del 1 marzo 2017, erano giunti gli ispettori del Servizio di igiene pubblica della Asl, che avevano fatto un sopraluogo il 21 febbraio.

In Primo Piano
L’intervista

Giuseppe Mascia: «Cultura e dialogo con la città, riscriviamo il ruolo di Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative