La Nuova Sardegna

Sassari

Attentati, armi e droga: dodici arresti

di Nadia Cossu
Attentati, armi e droga: dodici arresti

Polizia e Finanza hanno smantellato una pericolosa rete di spacciatori. Le indagini partite dopo gli spari in via Turritana

18 dicembre 2018
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SASSARI. Lo scorso 7 ottobre una telecamera inquadra un’auto che passa in via Turritana, a Sassari: una persona si sporge dal finestrino – lato passeggero – impugna una pistola e spara diversi colpi d’arma da fuoco contro le finestre di un’abitazione. Fin dall’inizio le indagini della polizia sono orientate verso Gianfranco Fattaccio, sassarese di 33 anni, ex compagno di una donna che, manco a farlo apposta, vive nell’appartamento preso di mira dallo sparatore. Fattaccio due giorni dopo quell’episodio lascia la città e la Sardegna e verrà arrestato dopo oltre un mese allo sbarco dalla nave, a Olbia.

È questo l’antefatto di una lunga indagine che ieri ha portato all’arresto di dodici persone per reati che vanno dalla detenzione illegale di armi da fuoco, alle minacce, dall’incendio doloso di alcune macchine allo spaccio di sostanze stupefacenti. Perché proprio “tracciando” spostamenti e conversazioni di Fattaccio la polizia è riuscita a smantellare una rete di presunti spacciatori che, per regolare i conti con i debitori, non esitava a minacciare l’uso delle armi e, ancor peggio, utilizzava minorenni all’occorrenza (due sono stati segnalati alla Procura competente).

Il dirigente della squadra mobile di Sassari, Dario Mongiovì, ha definito un «modus operandi da boss mafiosi» la gestione dell’attività di spaccio messa in atto da alcuni degli arrestati che per farsi pagare la droga «alternavano minacce a rassicurazioni e quando non raggiungevano lo scopo passavano ad avvertimenti più pesanti». «Gambizziamolo» avrebbero detto rivolgendosi in particolare a un debitore.

È stata smantellata all’alba di ieri dalla polizia e dai finanzieri del comando provinciale una rete di spacciatori ritenuti «molto pericolosi». Sono finiti in carcere, oltre a Gianfranco Fattaccio, i sassaresi Andrea Pintadu (29), Gabriele Serra (21), Gabriele Ru (22), Antonio Fattaccio (39), Claudia Puggioni (33) e Gabriele Moraccini (di 44). Mentre sono agli arresti domiciliari Massimiliano Leoni (di 21), Anna Rosa Casula (33), Alessandro Curreli (28), Marco Pani (41) e Manuel Ovidio Biotti (19).

Per capire come la polizia ha unito le tessere del mosaico bisogna tornare al famoso 7 ottobre. Perché quella macchina passata in via Turritana – un’Alfa 147 – ne aveva urtato un’altra durante una manovra e aveva lasciato tracce di vernice. Attraverso le telecamere è stato ricostruito il tragitto fatto dall’auto fino al 10 ottobre quando è stata data alle fiamme a Sorso. Gli uomini della squadra mobile – il dirigente Mongiovì ha elogiato ieri «il grande lavoro fatto dalla terza sezione» – hanno scoperto che quell’Alfa 147 aveva un Gps e questo ha consentito loro di accertare ogni movimento, compresa la presenza della macchina in via Turritana nell’ora esatta in cui erano stati esplosi i colpi di pistola. Da allora i tasselli hanno iniziato a combaciare.

Ieri, durante le perquisizioni alle quali insieme alla squadra mobile ha partecipato personale del Reparto prevenzione crimine di Abbasanta, nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza (al comando del tenente colonnello Marco Sebastiani), e rispettive unità cinofile, sono stati sequestrati 200 grammi di marijuana, tre di cocaina, una pistola ad aria compressa, telefoni cellulari e sim. In precedenza erano state sequestrate altre due pistole. «È una prima risposta – ha spiegato il questore Diego Buso – a una situazione che aveva destato preoccupazione in città. Un intervento quasi chirurgico frutto di un lavoro sinergico con il procuratore Caria e il sostituto Leo, e con la guardia di finanza». «Un’operazione per la collettività – ha detto il colonnello delle fiamme gialle Giuseppe Cavallaro – portata a termine con l’obiettivo di restituire serenità ai cittadini».



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