La Nuova Sardegna

Sassari

Nel Piano del turismo il futuro della Sardegna

di Stefano Ambu
Josepp Ejarque e Barbara Argiolas (foto Rosas)
Josepp Ejarque e Barbara Argiolas (foto Rosas)

L’isola va oltre il balneare: considerati strategici escursionismo e archeologia

22 dicembre 2018
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CAGLIARI. Un piano che inquadra il turismo sardo dei prossimi tre anni parlando di assi strategici e di punti chiave per inquadrare dall'alto quello che si deve fare. Ma che scende anche nel concreto con le "cose da fare". Con schede che chiamano gli obiettivi con il loro nome, senza girarci troppo intorno. Scheda prodotti? Strategici il balneare, il bike, l'escursionismo, l'archeologico, gli itinerari, la nautica. Prioritari enogastronomia, arrampicata, turismo rurale, agri e ittiturismo, diving, city break, luxury, geoturismo. Da rinforzare ippoturismo, wedding, golf, cinema e altri. Mentre tra i potenziali c'è anche l'astroturismo. I mercati? Le opportunità si chiamano anche Azerbajan, Kazakistan, Uzbekistan, Giappone o Usa. Una delle priorità è la Cina. E tra i segmenti motivazionali ci sono i turisti fidelizzati, i vacanzieri gay e quelli low cost.

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Un piano condiviso. Sono alcuni degli obiettivi operativi del piano strategico Destinazione Sardegna 2018-2021, presentato dall'assessora regionale al Turismo Barbara Argiolas. Il piano, approvato dalla giunta l’11 dicembre, ha visto il coinvolgimento di seicento persone tra enti, istituzioni, imprese e cittadini che hanno partecipato a una consultazione on line e alle due sedute della conferenza permanente del turismo. Non che il mare sia improvvisamente da buttare via. Ma si pensa anche a tanto altro. «La sfida per il prossimo triennio – dice Argiolas – è mantenere le posizioni esistenti e conquistare nuove quote di mercato, con l’obiettivo strategico di uscire dall'attuale quadro di stagionalità che concentra le attività in circa 120-150 giorni nel periodo estivo per diventare una destinazione capace di soddisfare sempre più domande di viaggio in un arco temporale più ampio possibile. Ma è fondamentale focalizzarsi sulla qualità offerta e percepita della nostra proposta di destinazione, perché la concorrenza italiana, mediterranea e europea è molto forte».

Nuovo ciclo. Il futuro? Tutto da affrontare. «Il turismo – spiega Josep Ejarque, coordinatore del piano – sta iniziando un nuovo ciclo segnato dall'incertezza per il mutato quadro geopolitico mondiale. Il piano che presentiamo oggi è impostato per preparare il sistema turistico sardo a sfruttare le nuove opportunità e posizionare la Sardegna come “Destinazione Premium”, ad alto valore aggiunto».

Il capitale territoriale. Tra i pilastri del progetto ci sono le comunità locali, il cosiddetto capitale territoriale: quasi una chiamata alle armi per attirare i turisti rimanendo però quelle che sono. Perché si punta su quello che il vacanziere vuole vedere: cultura e tradizione dell'isola. La legge di riforma prevede che l'attuazione sia affidata alla nuova Dmo, destination Sardegna organization, con i tre aeroporti a fare da traino visto che sono loro le prime porte di accesso dei turisti.

Aeroporti. C'è un progetto Flight Sardinia development che metterà insieme Cagliari, Olbia e Alghero per coordinare partenze e arrivi. E aggredire insieme i mercati giusti. Il Dmo però attende ancora le ultime formalità per decollare. Presi in esame anche alcuni aspetti molto pratici. Previsti il manuale d'uso del comune turistico, la creazione di spazi di sosta adeguati e accessibili vicini alle attrazioni. E ancora: abbattimento delle barriere architettoniche e miglioramento della fruibilità. Più potenziamento di rete di sentieri, strade bianche e percorsi per escursionisti. C'è anche un piano specifico per migliorare la segnaletica.

Pubblico e privato. Una delle parole chiave del Piano, insieme a sostenibilità e programmazione – spiega la titolare del Turismo – è corresponsabilità, perché non si parla di turismo senza una visione condivisa del futuro dei nostri territori e delle regole con le quali stiamo insieme a attuiamo i programmi, ognuno nel proprio ruolo e responsabilità: pubblico (Regione e Comuni) e privati, cittadini e imprese. Il turismo è una sfida collettiva e possiamo vincere la sfida dei mercati internazionali soltanto se tutti remiamo nella stessa direzione e per gli stessi obiettivi».
 

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