La Nuova Sardegna

Sassari

Frode all'agenzia Laore di Sassari, in nove a processo

Frode all'agenzia Laore di Sassari, in nove a processo

Al centro dell’indagine straordinari e buoni pasto non dovuti

23 dicembre 2018
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SASSARI. Tutti rinviati a giudizio per il reato di frode informatica che si sarebbe configurato nel momento in cui alcuni imputati avrebbero utilizzato le proprie credenziali di accesso nel sistema informatico dell’agenzia regionale Laore per procurarsi una serie di “ingiusti profitti”. Altri, invece, avrebbero “semplicemente” beneficiato di questa frode.

Lo ha deciso il gup di Cagliari Maria Gabriella Muscas al termine dell’udienza preliminare che ha disposto il rinvio a giudizio di Giovanna Monica Idile, 48 anni, Giovanni Battista Lubinu, di 53, Luciano Demartis, di 58, Maria Costantina Mannu, di 58, Caterina Visani, di 57, Antonio Fodde, di 51, Roberto Sai, di 52, Gavina Mundula, di 68, Paola Calaresu, di 53 anni in servizio nelle sedi staccate dell’agenzia regionale Laore di Sassari, Ozieri e Thiesi.

In particolare, è spiegato nel decreto che dispone il giudizio, la Idile – addetta alla rilevazione delle presenze in ufficio presso la sede di Sassari dell’agenzia Laore (quindi abusando della qualità di operatore del sistema), intervenendo senza diritto sui dati contenuti in tale sistema di rilevazione (così in particolare usufruendo di lavoro straordinario non effettuato, di buoni pasto percepiti senza diritto e di giornate di riposo compensativo per prestazioni non eseguite) tramite utilizzo delle sue credenziali di accesso informatico, si procurava l’ingiusto profitto di complessivi 12.077,86 euro lordi con danno per la Regione Sardegna di complessivi 21.593,11 euro». Frode che sarebbe avvenuta in concorso con Lubinu, Demartis, Mannu, Visani, Fodde e Sai che sono finiti a giudizio come «concorrenti morali e beneficiari dell’attività delittuosa commessa dalla Idile», in quanto avrebbero usufruito di lavoro straordinario non effettuato, buoni pasto di cui non avevano diritto, così come riposi compensativi per prestazioni non eseguite che, sommati per ciascuno degli imputati, hanno determinato un danno – alla Regione – pari a 22.500 euro. Reato contestato negli anni tra il 2010 e il 2012.

Stessa imputazione per la Mundula, che invece era addetta alla rilevazione delle presenze in ufficio nella sede Laore di Ozieri e che avrebbe procurato per sè «l’ingiusto profitto di 518,30 euro lordi» e per la Calaresu che ricopre lo stesso incarico nella sede di Thiesi e che si sarebbe procurata «l’ingiusto profitto di complessivi 260,12 euro lordi». Il processo si è aperto davanti al giudice monocratico del tribunale di Cagliari. (na.co.)

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