La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, il triste Natale dei lavoratori Secur

Paoletta Farina
Sassari, il triste Natale dei lavoratori Secur

Da sette giorni accampati in piazza d’Italia in attesa di soluzioni. Cittadini solidali e doni natalizi

23 dicembre 2018
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SASSARI. Piazza d’Italia è tutta un brulicare di famiglie, stand, giochi per bambini e Babbi Natale e il profumo di cibo si spande ovunque. Ma, in un angolo sotto la scalinata che porta al Palazzo della Prefettura e della Provincia, il clima non è di festa. Ci sono le tende dove da sette giorni e dopo un duro sciopero della fame si danno il turno giorno e notte i cinquanta dipendenti ex Secur per protestare e far conoscere alla città cosa significa perdere il posto da un giorno all’altro e non intravvedere all’orizzonte una soluzione rapida.

Perché la vertenza si è inchiodata. Non riassorbiti dall’Ati che ha vinto il maxi appalto del Cat Sardegna per il servizio di vigilanza armata nei presidi ospedalieri di Ats e Aou, i lavoratori speravano che la riassunzione ci sarebbe stata. Invece sono rimasti in un limbo per mesi, con ritardi nello stipendio, e poi il licenziamento. Con tutto quello che comporta non avere una fonte sicura di reddito. «Dopo tre mesi di retribuzioni non versate – racconta Stefano Maiore, uno dei manifestanti – alcuni di noi hanno ricevuto lettere dalle banche perché non risultavano versate dall’azienda uscita dall’appalto le cessioni del quinto. Cosa faranno i miei colleghi? ».

I lavoratori ex Secur sono rimasti delusi giovedì scorso quando al consiglio comunale aperto convocato dal sindaco Nicola Sanna per dibattere sui temi della sanità nel Sassarese, non hanno partecipato gli interlocutori che tutti attendevano, e cioè l’assessore regionale Luigi Arru e i direttori generali dell’Ats, Fulvio Moirano, e dell’Aou, Antonio D’Urso. «Avevamo sperato nella loro presenza – sottolinea Maiore – perché avremmo voluto avere risposte anche da loro sulla nostra vertenza». Altre risposte che non arrivano sono quelle dalla seconda commissione consiliare regionale Lavoro. «La nostra vicenda, dopo la convocazione di luglio, avrebbe dovuto trovare una soluzione – ribadiscono i lavoratori – invece la discussione viene continuamente rimandata e si privilegiano altri ordini del giorno».

In questi giorni i cinquanta esclusi hanno presentato domanda per ottenere la Naspi, l’indennità di disoccupazione, perché senza uno stipendio non si vive. Però le tende non le leveranno. Freddo e disagi non li spaventano. E se un po’ riescono a riscaldarsi con un piccolo braciere, grande è invece il calore che stanno ricevendo dalla città. I commercianti della piazza ieri hanno portato un pacco dono, la gente si ferma per dare solidarietà. E perché il loro Natale non sia diverso da quello di tante famiglie gli ex Secur sperano che alla vigilia possa essere celebrata una messa in piazza, ma anche in un futuro incontro con l’arcivescovo Gian Franco Saba.

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