La Nuova Sardegna

Sassari

D’Onofrio: «Mai partecipato alle visite di Dore»

D’Onofrio: «Mai partecipato alle visite di Dore»

Processo Alzheimer, la neurologa imputata: vedevo i pazienti prima ma non seguivo le sedute con lui

09 ottobre 2019
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SASSARI. «Io sono una neurologa e ho sempre fatto la neurologa. Con dottor Dore facevamo la prima accoglienza dei pazienti, poi era lui a seguirli». Marinella D’Onofrio, specialista in Neurologia, ieri si è sottoposta a esame nel processo davanti al collegio presieduto dal giudice Mauro Pusceddu nei confronti di 21 imputati accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, abuso d’ufficio, maltrattamenti, lesioni, sequestro di persona. Al centro del processo la contestata Psiconeuroanalisi indicata dal neurologo di Ittiri Giuseppe Dore (anche lui imputato) come una cura rivoluzionaria dell’Alzheimer. Per la Procura, invece, i pazienti sarebbero stati maltrattati proprio in nome di questa terapia. «Vidi i miglioramenti di alcuni pazienti con disturbi cognitivi multipli che erano stati in terapia da Dore – spiega la D’Onofrio – Ebbero una regressione stabile. Ricordo il caso dell’ingegnere Di Carlo, era gravissimo e gli avevano dato sei mesi di vita. Era aggressivo, imbottito di farmaci. Migliorò tantissimo». Ma a specifica domanda del pm Gianni Caria – se cioè sapesse in cosa consisteva la Psiconeuroanalisi – questa la risposta della D’Onofrio: «Avevo saputo sommariamente da lui che si trattava di esercizi di matematica, di scrittura, con le mani. Non mi risulta che suggerisse privazioni del sonno o esercizi “violenti”». Per poi aggiungere: «Io non ho mai partecipato alle visite che Dore faceva ai pazienti, non so praticare la Psiconeurolonalisi e non mi interessa farlo». Eppure ne aveva condiviso l’iter per attestarne la validità scientifica. «Lei quindi ci ha messo la faccia – la domanda con tono sostenuto del pm – senza sapere cosa Dore faceva e diceva ai pazienti?». «Io li vedevo prima – la risposta – e li valutavo a distanza di tempo».

Teste di ieri anche Marcello Giannico, dg dell’Asl ai tempi dell’inchiesta e imputato di abuso d’ufficio per la cessione in comodato d’uso all’Aion (l’associazione che riuniva i familiari dei pazienti in cura da Dore) di un’ala dell’ex ospedale di Ittiri. Puntuale e preciso nelle risposte, carte e verbali alla mano, Giannico ha respinto tutte le accuse: «Firmai quella delibera perché mi presentarono la necessità di dare sostegno ai familiari dei malati. Mi parlarono della Psiconeuroanalisi ma non ci fu un approfondimento degli effetti clinici. Nessuno parlò mai di cura, di attività sanitaria, ma solo di divulgazione di una scoperta scientifica e di sostegno ai familiari dei pazienti». (na.co.)

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