La Nuova Sardegna

Sassari

Il presidente Solinas: «Eni rispetti gli accordi»

di Gavino Masia
Il presidente Solinas: «Eni rispetti gli accordi»

Manifestazione di protesta del Psd’Az davanti all’ingresso dell’ex petrolchimico I dirigenti locali sardisti denunciano: «Assunti lavoratori egiziani e romeni»

12 ottobre 2019
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PORTO TORRES. «Eni mantenga gli impegni e rispetti il territorio: la vertenza Porto Torres sarà oggetto di discussione al prossimo tavolo Eni- Regione». Parole del presidente della giunta regionale Christian Solinas che ieri pomeriggio è intervenuto qualche ora dopo la manifestazione di protesta organizzata in mattinata dal direttivo e dai simpatizzanti della sezione cittadina del Psd’Az davanti alla portineria mare dell’ex petrolchimico. Una iniziativa per manifestare un malcontento diffuso sul progetto della chimica verde e sulle bonifiche: due investimenti che, a parere dei Quattro Mori, dovevano rappresentare la chiave di volta per il rilancio di un territorio attanagliato da una forte crisi economica. «Eni ha disatteso tutti gli impegni presi nel protocollo d’intesa sottoscritto nel 2011 – ha detto il dirigente nazionale sardista Bastianino Spanu – che prevedevano la costruzione di nove impianti di chimica verde: ne sono stati costruiti solo due (pilota) e degli altri non se ne vede nessuna traccia». Altro impegno disatteso per il territorio, ha ricordato Spanu, è quello relativo alla costruzione della centrale a biomasse, 230 milioni di investimento che non rientrava più nei piani industriali di Eni. «L’impegno della multinazionale per la città è concentrato solo sulle energie rinnovabili – aggiunge il dirigente del Psd’Az –; sono in costruzione impianti fotovoltaici di circa 34 megawatt con una spesa stimata in 35 milioni di euro. La ricaduta delle imprese locali su questo investimento è pari a zero: le centinaia di tonnellate di carpenteria sono state costruite fuori dal nostro territorio e le aziende di Porto Torres stanno crollando come birilli in attesa di commesse per poter lavorare». Oltre alle ditte sarde, però, la sezione sardista di Porto Torres contesta anche l’assenza di manodopera locale nei lavori del fotovoltaico. «Sono stati assunti 59 operai romeni ed egiziani da una azienda proveniente dalla Grecia – precisa Bastianino Spanu – e questa decisione è un fatto gravissimo considerato copoprono spazi di lavoro in un territorio che già ne ha pochi: è il momento di dire basta a questo atteggiamento da parte delle aziende di Eni, e chiederemo al presidente della Regione di istituire una commissione di inchiesta e di vigilanza anche sulle bonifiche industriali». Per il Psd’Az tutta la filiera della chimica verde deve essere portata a compimento, perchè ne va della credibilità delle istituzioni che hanno sottoscritto l’intesa e del rispetto dell’intero territorio.

Martedì prossimo ci dovrebbe essere un incontro nella sede della Provincia di Sassari, su temi industriali, tra l’amministratore Pietrino Fois e i dirigenti del gruppo Eni.

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