La Nuova Sardegna

Sassari

Da Ozieri la richiesta di una riforma non “ospedalocentrica”

di Barbara Mastino

OZIERI. Una riforma che non sia “ospedalocentrica”, ma che pensi anche a potenziare l’assistenza territoriale. È l’istanza importante emersa dalla seduta straordinaria della commissione regionale...

18 ottobre 2019
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OZIERI. Una riforma che non sia “ospedalocentrica”, ma che pensi anche a potenziare l’assistenza territoriale. È l’istanza importante emersa dalla seduta straordinaria della commissione regionale Sanità svoltasi anche nell’ospedale Segni di Ozieri, prima della seconda tappa nei nosocomi di Alghero. Nel corso delle riunioni sono state sviscerate le esigenze di due sistemi sanitari che hanno ormai ben compreso che la strada del presidio unico è da abbandonare. Ciò anche perché, come emerso soprattutto a Ozieri, un tale sistema mortificherebbe ancora di più l’assistenza sanitaria territoriale, come il lavoro dei Poliambulatori – a cominciare da quello di Bono – che sono il punto di accesso di una richiesta sanitaria che altrimenti si riverserebbe, come di fatto sta già avvenendo, su un ospedale (e in particolare sul Pronto Soccorso) che soffre per la mancanza di personale soprattutto medico.

«Mancando i medici, a cominciare dalla cardiologia - dice per esempio il segretario territoriale della Fp Cgil Toto Terrosu –. È chiaro che tutto il sistema si inceppa, soprattutto se manca il primo baluardo dell’assistenza territoriale». «Con una popolazione che diventa sempre più anziana – ha aggiunto il sindacalista – Cgil è del parere che la priorità sia quella di decentrare, decongestionando gli ospedali in particolare creando delle Rsa, rigorosamente pubbliche. È positivo che la commissione Sanità abbia recepito questo ragionamento».

La via da imboccare per decongestionare gli ospedali, primo su tutti Sassari, è ovviamente quella di rafforzare i territori, a cominciare dagli ospedali di Ozieri e Alghero, ai due capi opposti della provincia, per proseguire con la sanità decentrata in un territorio di riferimento che, nel caso di Ozieri, «si è anche allargato – ha detto il consigliere regionale ozierese Nico Mundula, componente della commissione – per quello che riguarda la provenienza dell’utenza, dovuta alla posizione baricentrica e strategica nel Nord Sardegna, in quel triangolo importante di territorio compreso tra Sassari-Olbia-Nuoro che in assenza del presidio e dell’assistenza che fa capo al Segni diventerebbe un deserto sanitario».

Sulla necessità di potenziare i Poliambulatori specialistici ha invece insistito il presidente dell’ordine dei medici Nicola Addis, anch’egli convinto che «gli specialisti siano il filtro più importante, indispensabile per evitare il sovraffollamento degli ospedali». «Pensiamo cosa accade a Ozieri nel reparto di Medicina, che da solo funge da unità di medicina interna, lungodegenza e hospice – ha detto il rappresentante dell’Ordine –, oppure alla Chirurgia che ha tutte le potenzialità e le professionalità per occuparsi della cosiddetta piccola chirurgia. Potenziarla, iniziando ovviamente dal personale, porterebbe di conseguenza un accorciamento drastico delle liste d’attesa e di conseguenza anche del turismo sanitario. Risultati che sarebbero ancora maggiori con il potenziamento della sanità territoriale, a cominciare da quella assistenza domiciliare che per anni ha visto Ozieri come modello da seguire e che invece ora è in difficoltà».

«La commissione Sanità - dice il vice presidente Daniele Cocco, anche sindaco di Bottidda - non potrà non prendere atto della situazione ipercritica di Ozieri e si muova velocemente iniziando prima di tutto dalle nuove assunzioni».

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