La Nuova Sardegna

Sassari

Nieddu: «Riforma della sanità insieme»

di Paoletta Farina
Nieddu: «Riforma della sanità insieme»

L’assessore regionale all’incontro con la Fp Cgil apre al dialogo con tutti i protagonisti: «Stati generali entro l’anno»

20 ottobre 2019
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SASSARI. «La bozza sulla riforma sanitaria è ancora aperta a modifiche da parte della nostra maggioranza, ma saranno gli stati generali della sanità che convocherò entro la fine dell’anno il momento in cui tutte le parti interessate potranno presentare suggerimenti e proposte perché l’assistenza in Sardegna possa fare il salto di qualità di cui ha bisogno». L’assessore regionale Mario Nieddu ribadisce la sua apertura al contributo di tutti nella sala del Centenario della Camera del Lavoro, chiamato a parlare della riforma in itinere dalla Cgil della Funzione pubblica. Incontro e dibattito molto partecipati, per un tema scottante e che da anni è al centro di proteste e rivendicazioni da parte dei cittadini e degli operatori del settore. Perchè le cose, così come stanno andando, non funzionano, e il sindacato ha colto l’occasione per avere chiarimenti dallo stesso Nieddu su come la Regione ha intenzione di procedere per uscire da quella che è diventata una vera emergenza e in quali tempi.

L’assessore non ha negato ciò che è sotto gli occhi di tutti: mancanza di personale, liste d’attesa lunghissime, presidi sanitari carenti, assistenza nel territorio insufficiente. Perciò ha parlato delle assunzioni di medici e operatori sanitari che già la Regione ha previsto in attesa che prenda corpo quella riforma sulla quale le aspettative sono molto alte e che, è appunto la speranza, dovrebbe garantire finalmente ai sardi di non essere costretti a curarsi fuori dell’isola. Nieddu ha detto che per la sua configurazione geografica e orografica la Sardegna ha necessità di modelli diversi da quelli di altre regioni a cui si è guardato in passato. «Potremo prendere ad esempio più la Liguria che l’Emilia Romagna perché la prima ha caratteristiche che ci accomunano e su queste basi lì è stata ritagliata l’assistenza pubblica ».

Lucido l’intervento della segretaria regionale della Fp Cgil, Roberta Gessa, che ha sottolineato come negli ultimi quindici anni i livelli di assistenza siano calati in modo preoccupante. «Sino ad ora si è proceduto in applicazione di normative e sulla base di riorganizzazioni, ma non c’è stato un cambio di impostazione: è cioè programmare – e lo si dovrà fare per i prossimi dieci anni– sulla base delle esigenze della popolazione, e privilegiando la prevenzione, perché abbia accesso alle cure, accesso che ora manca. Bisogna programmare, ad esempio, di concerto con le Università, la formazione nelle scuole di specializzazione perché la nostra sanità possa essere di livello, affrontare il problema della medicina di base, dove già si stanno creando vuoti per la mancanza di figure professionali. E poi aumentare le risorse destinate alla sanità, senza essere strangolati dal vincolo della spesa. Perché se altre Regioni sforano il tetto, noi non possiamo farlo?».

Il segretario territoriale della Fp Cgil, Paolo Dettori, introducendo i lavori, ha parlato anche lui della necessità di un cambio di passo rispetto al passato per garantire cittadini e lavoratori. Altri contributi al dibattito sono arrivati dalla segretaria nazionale del sindacato, Serena Sorrentino, dal presidente della commissione regionale sanità, Domenico Gallus e, per l’Anci Sardegna, dal vicepresidente Salvatore Masia. Tra gli interventi anche quelli dei consiglieri regionali Gianfranco Ganau e Antonello Peru. Per l’assessore Nieddu l’incontro è stato proficuo. «Il dialogo si è svolto senza presupposti e pregiudizi ideologici, ma con l’obiettivo di poter lavorare tutti insieme. I problemi sono tanti, quello del personale colpisce anche il mio assessorato dove non è coperto il 50 per cento dei posti in organico, in un momento in cui abbiamo vertenze aperte come Aias e Eurallumina e accreditamenti da fare». E ha concluso con una battuta: «Toccherà anche a me, come è avvenuto in alcuni reparti, chiudere gli uffici?».

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