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“Questo momento nero ci farà diventare più forti”

di Roberto Sanna
“Questo momento nero ci farà diventare più forti”

Il presidente della Dinamo Stefano Sardara non fa drammi. Sotto accusa solo l’atteggiamento della squadra  a Pistoia

05 febbraio 2014
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SASSARI. Due mesi con tante sconfitte e poche vittorie. Infortuni, spesso importanti, e ritocchi al roster. Le bacchettate della Gazzetta dello Sport e, sullo stesso giornale, anche quelle di Omar Thomas che dall’interno individua nell’individualismo il problema principale. No, non è proprio il momento migliore della Dinamo, che si è ritrovata nel tunnel quando pensava di averla fatta franca. Invece undici vittorie consecutive non sono bastate a evitare il filotto di negativo con le prime della classifica e un bilancio , in campionato, di due successi nelle ultime otto partite.

Prima o poi doveva capitare dopo una lunga serie di stagioni vincenti (la Dinamo non chiude con un record negativo la stagione dal 2006/07, quella di Lionel Chalmers, con 12-18) e tutti si chiedevano come la società avrebbe affrontato la contingenza negativa: “Sapevamo che sarebbe potuto succedere, fa parte del percorso di crescita che abbiamo intrapreso la scorsa estate” è la risposta serena del presidente Stefano Sardara.

E quindi come state vivendo il periodo negativo?

“Non ci tiriamo indietro: per noi costruire una squadra di questo genere, con giocatori di un certo tipo, è stato come passare da una Punto a una Croma. Quand’è così sai che ci sono delle situazioni difficili che comunque vanno affrontate, la mentalità vincente si acquisisce nel tempo e non è un caso se il nostro progetto si chiami Dinamo 2018. Questi momenti sono delle forche caudine che dobbiamo attraversare per andare verso il nostro obiettivo”.

Però perdere tanto, specie quando si è abituati a vincere tanto, fa girare le scatole.

“L’aspetto sportivo va separato dal discorso sul nostro progetto. E vi assicuro che la mia rabbia non l’ho tenuta per me, a Pistoia certe cose non le ho mandate a dire alla squadra”.

Secondo lei sono state recepite?

“Al 110 per cento, è stato un confronto molto duro e onesto, sono certo che il concetto è stato chiaro. Da tifoso e da presidente pretendo un altro atteggiamento, posto che un calo è innegabile e può anche starci a questo punto della stagione. Anche perché, come noi, anche Cantù, Siena e Reggio Emilia stanno accusando la fatica degli impegni in Europa. Rispetto alla scorsa stagione, abbiamo giocato molte partite in più e preso un’infinità di aerei in più. Allora il calo lo accetto, le sconfitte pure, ma mi aspetto che durante le partite la gente si sbucci le ginocchia”.

Ha letto la Gazzetta dello Sport?

“Certo. Il voto basso ci stava tutto, sulle parole di Omar voglio fare una precisazione: il suo era un discorso puramente tecnico, si parla di ciò che succede in campo, del fatto che i singoli dovrebbero fare un passo indietro per farne fare due alla squadra. Invece capita che il singolo spesso vuole risolvere tutto da solo e finisce a sbattere sui mulini a vento. L’egoismo è tecnico e tattico, lo spogliatoio posso dirvi che è molto unito e c’è armonia”.

Avete parlato anche con Meo Sacchetti? Lui ha un contratto blindato ma in altre piazze sarebbe già stato messo in discussione.

“Chiariamo le cose: il suo contratto non è blindato ma lungo nel tempo. E come tutti i contratti, anche quelli a tempo indeterminato, può finire in un qualsiasi momento. Detto questo, lui è il fulcro del nostro progetto per il 2018 e non è in discussione proprio per questo. Anche lui, come tutti, sta vivendo fasi nuove in questo percorso che abbiamo intrapreso e deve fare un maggiore sforzo di adattamento”.

C’è anche chi pensa che sarebbe un peccato non cogliere l’attimo perché non sempre la situazione finanziaria sarà così florida.

“Questo è un falso problema, i risultati non sono legati direttamente al budget perché una squadra può avere grandi stagioni spendendo 70 o 90 o 50. Il vero problema è che dobbiamo essere bravi a creare l’ambiente giusto, perché è l’ambiente, non la chimica da bar, che poi contagia alla squadra la mentalità vincente. Noi siamo stati bravi a tenere invariato il nostro budget, casomai sono stati gli altri ad averlo ridotto. E lo abbiamo mantenuto inalterato grazie all’entusiasmo e all’impegno di tutti, per questo chiedo sempre di starci vicino. Un dato che mi ha reso felice è che in quest’ultimo mese abbiamo avuto il miglior risultato di sempre nella comunicazione, in particolare nei contatti web. Eppure non è il nostro miglior periodo, tutt’altro. Noi alla gente vogliamo dare più di un risultato, di una vittoria o di una sconfitta e credo che questo sia stato recepito. Per questo sono molto rigoroso quando parlo di atteggiamento”.

Una domanda secca per chiudere: venerdì che cosa si aspetta dalla sfida con l’Armani Milano nella Final 8 di Coppa Italia?

“Siamo a livello di Davide contro Golia. Dopodiché voglio, appunto, che la squadra abbia il giusto atteggiamento. Perché sono consapevole che, come prima non eravamo dei fenomeni, adesso non ci siamo imbrocchiti di colpo. E nonostante il periodo non sia dei migliori, credo che questa squadra sia capace di tutto”.

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