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Farris: «Chiediamo uno sconto alla Csai»

Farris: «Chiediamo uno sconto alla Csai»

In forse la stagione dei motori in Sardegna, ma l’ipotesi dello “sciopero a oltranza” non convince tutti

18 marzo 2014
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SASSARI. La spia è sul rosso fisso. Il mondo dei motori sardo (e forse non solo) rischia di fermarsi per mancanza di “carburante”. La Csai, l’ente che sovrintende l’organizzazione e la regolarità delle gare, ha dato una stretta su una serie di prescrizioni che si traduce in un aumento dei costi insostenibile per la stragrande maggioranza dei piloti isolani. Qualcuno ha fatto i conti è li ha snocciolati nel corso di un incontro convocato sabato sera nella sala riunioni dell’Autodromo di Mores. Si parla di un aumento medio di 5.000 mila euro per licenza. Una botta che ha convinto i partecipanti a firmare un documento con il quale il mondo dei motori annuncia la sospensione di tutte la manifestazione agonistiche in programma nel 2014 e il mancato rinnovo delle tessere Aci e delle licenze sportive della Csai. Una decisione sofferta che non trova tutti d’accordo.

Sergio Farris, uno dei grandi “vecchi” del volante, sposa in pieno i motivi della protesta ma non le azioni di lotta decise sabato. «Bloccare le gare - spiega - significa fare il gioco dell’Aci. E’ da anni che l’ente sente come un peso il dovere (istituzionale) di gestire gli aspetti sportivi legati al mondo delle quattro ruote. Fermarsi fa il gioco di chi non aspettava altro. Io sabato non ho partecipato all’assemblea dei piloti e degli organizzatori ma mi sarei aspettato proposte più sensate. Un esempio? Avrei chiesto alla Csai di rivedere le norme che impongono il cambio di caschi, tute e cinture a prescindere dal loro stato di usura. In Sardegna abbiamo un calendario con pochissime gare e la maggior parte dei nostri piloti non fa più di quattro o cinque uscite all’anno. Come si fa a dire che un casco e vecchio senza tenere conto di quanto è stato utilizzato? Perchè non chiediamo alla Csai che adottare un sistema “a punti” sulle scadenze delle omologazioni che garantisca da un lato la sicurezza di tutti e dall’altro il contenimento dei costi? Io credo che sia una strada percorribile».

Farris ha anche un’altra proposta che gira ai suoi colleghi più giovani. «Noi sardi siamo già penalizzati dall’insularità. Perchè, allora, non pretendere un occhio di riguardo. Penso a uno sconto sulle licenze o a un “prezzo politico” per chi, da un tot di anni paga regolarmente le quote all’Aci e alla Csai. Non stiamo chiedendo la luna e credo che i nostri rappresentanti abbiamo il dovere di battere i pugni sul tavolo romano». Una tirata d’orecchio a Ladu e Seddone e, più in generale, ai driver targati quattro mori. «Siamo pochi e litigiosi e se non troviamo una strategia comune rischiamo davvero di perdere la stagione. Sarebbe un colpo gravissimo per tutti. Pensiamoci bene, perchè poi sarà difficile ricominciare».

A.L.

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