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Parte da Aritzo il cammino verso la serie A

di Roberto Muretto
Parte da Aritzo il cammino verso la serie A

I rossoblù da ieri in ritiro nel cuore della Barbagia Domenica l’esordio contro una selezione locale

16 luglio 2015
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ARITZO. Sui tornanti che portano ad Aritzo, Marco Sau (nato e cresciuto a Tonara che è a un tiro di schioppo da qui) ha cominciato a sentire profumo di casa. L’attaccante del Cagliari, quando è sceso dal pullman, è stato accolto dal sorriso della zia. Non sapeva che in mezzo ai tanti tifosi che aspettavano l’arrivo della squadra, c’era anche sua madre. A un certo punto la signora Stefania Peddio si è fatta largo tra la folla, lo ha chiamato e Marco si è quasi commosso quando ha prima sentito la sua voce e poi se l’è trovata davanti. Una scena molto bella, un modo originale per cominciare la stagione di un calciatore che ha tanta voglia di riscatto.

Il ritiro. Nel cuore della Barbagia. A circa 800 metri di altezza. Il Cagliari decide di cominciare da Aritzo l’avventura che negli auspici della dirigenza e dei tifosi, dovrebbe concludersi con il ritorno in serie A. I rossoblù, arrivati ieri poco dopo le 19, sono stati accolti calorosamente. Applausi, incoraggiamenti, strette di mano, gli immancabili selfie e un entusiasmo che forse giocatori, staff tecnico e dirigenti non si aspettavano. Tanta gente davanti all’hotel “Sa Muvara”, che fino al 27 luglio sarà la casa dei rossoblù, con il sindaco a fare gli onori di casa. Un paese mobilitato per far sentire la comitiva rossoblù tutto il calore che la gente di Barbagia riesce a trasmettere. Senza dimenticare l’ospitalità, cavallo di battaglia da queste parti.

I tifosi. La scelta di non allontanarsi dalla Sardegna è stata molto apprezzata dai supporter rossoblù. C’è da giurare che in questi giorni e soprattutto nei giorni delle amichevoli (domenica e mercoledì prossimi), saranno in tanti a salire in macchina per andare a vedere i loro beniamini. L’amarezza per la retrocessione in serie B non è stata dimenticata, ma il lavoro che la dirigenza sta svolgendo, soprattutto in sede di campagna acquisti, ha riportato entusiasmo. I tifosi hanno capito che il presidente Tommaso Giulini non bluffava quando ha detto «non avrà pace finchè non riporterà il Cagliari da dove l’ho preso».

Il gruppo. Le facce nuove sono tante e i tre giorni di pre-ritiro fatto ad Asseminello, sono serviti ai giocatori soprattutto per cominciare a conoscersi, familiarizzare, scambiarsi le prime impressioni, raccontare le proprie esperienze. Ancora è presto per dirlo, ma si ha la sensazione che si stia ricreando quello spirito di gruppo che negli anni passati ha consentito al Cagliari di ottenere risultati importanti. Un po’ quello che è mancato nel campionato scorso, come ha sottolineato il giorno del raduno Daniele Dessena. La serie B è un campionato difficile, lunghissimo, dove molto spesso il fattore agonistico prevale su quello tecnico. Ed ecco perchè l’allenatore Massimo Rastelli, sin dalla prima conferenza stampa, ha fatto capire che per centrare l’obiettivo serve spirito di sacrificio, disponibilità al lavoro e tanta fame, Quella che i giocatori del Cagliari, vecchi ne nuovi, hanno voglia di mettere sul campo sin dal primo giorno di allenamento.

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