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Aritzo si sveglia sotto i riflettori «Sfruttiamo questa occasione»

Aritzo si sveglia sotto i riflettori «Sfruttiamo questa occasione»

ARITZO. Il primo giorno di allenamenti del Cagliari calcio è passato tutt’altro che inosservato. Una folla di curiosi ha affollato il percorso ultilizzato dai giocatori per la preparazione fin dalla...

17 luglio 2015
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ARITZO. Il primo giorno di allenamenti del Cagliari calcio è passato tutt’altro che inosservato. Una folla di curiosi ha affollato il percorso ultilizzato dai giocatori per la preparazione fin dalla prima mattinata. Persone di tutte le età che sperano di vedere da pochi metri quegli atleti che da sempre rappresentano una speranza di riscatto per la Sardegna. La corsa di Marco Sau e soci è seguita con trepidazione. «Ci devono riportare in serie A – dice un anziano tifoso – perché lo merita la società e la nostra isola». Tante esortazioni per Sau anche nel pomeriggio, con la seduta al campo comunale. Lo stadio aritzese è stato riportato a lucido. «Il paziente lavoro dei volontari – ha puntualizzato il sindaco Gualtiero Mameli – ha permesso di avere nuove zone di allenamento e defaticamento, una palestra esterna e aree di servizio. Il terreno di gioco, in erba, è stato riportato in condizioni ottimali. Servirà qualche ritocco ancora ma devo dire che in soli venti giorni è stato compiuto un piccolo miracolo. E di questo non posso che dire grazie ai cittadini».

Gigi Daga, dirigente della locale polisportiva descrive le nuove aree realizzate, come quella di accoglienza, il punto club del Cagliari e il restyling per gli spogliatoi. «Come sportivi – dice Daga – avevamo il dovere di impegnarci al massimo perché il Cagliari avesse il massimo del confort. Siamo un piccolo paese del Gennargentu, con pochissime risorse, ma tanto ingegno e voglia di fare. Ci è stata concessa l’occasione di ospitare quello che è un emblema della sardità e non potevamo che fare tutto il possibile perchè il Cagliari si prepari al meglio". Questo anche per proseguire il discorso in futuro. "Abbiamo delle belle potenzialità logistiche – aggiunge Daga – che dobbiamo saper promuovere. Questo anche per il bene del calcio locale».

Giovanni Melis

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