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«Riparto da Cagliari, sono venuto per vincere»

«Riparto da Cagliari, sono venuto per vincere»

Davide Di Gennaro raccoglie l’eredità di Conti: «Daniele non lo sostituisce il singolo ma la squadra»

18 luglio 2015
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ARITZO. Il Cagliari come scelta di vita. Davide Di Gennaro e lo sbarco in Sardegna. Un’occasione presa al volo: «A questo punto della mia carriera, dopo sei anni con il cartellino del Milan, trascorsi in prestito, ho sentito il bisogno di dare continuità e aprire un ciclo: Cagliari è la base giusta». Voce pacata, determinato, l’idea che il rossoblù sia il colore giusto per prendere il volo. Classe ’88, nato a Milano, l’ultima stagione in prima fila con il Vicenza: 40 partite e 4 reti da regista.

«Ho sempre fatto il trequartista, Marino mi ha piazzato di fronte alla difesa e ho fatto il miglior campionato della mia carriera. Sono cresciuto nella fase difensiva e nella continuità. Voglio proseguire e migliorare su questa strada».

Il Cagliari come trampolino. Perché?

«Per il blasone, la storia e l’ambizione, come la mia, di tornare subito in A. Ne ho parlato con Cocco e Vigorito e mi hanno confortato: mi piace l’attaccamento dei sardi alla terra e alla squadra».

Come è nato il contatto con il Cagliari?

«Il direttore sportivo l’ho conosciuto al Genoa. E l’intero club, a partire dal presidente Giulini, mi ha fatto un’ottima impressione e trasmesso entusiasmo».

Si è già fatto un’idea di Massimo Rastelli?

«Incontrare il suo Avellino è sempre stata dura: arcigni, intensi, aggressivi. Un po’ lo specchio del mister. Mi ha colpito il suo discorso per farci capire cosa significa la serie B: come qualità forse siamo al top, ma se non mettiamo la cattiveria giusta rischiamo di soffrire. Con i nomi, ci ha sottolineato, non si vince».

Con 157 gare in B, che stagione si aspetta?

«Lunga e faticosa. La differenza la fa il gruppo, capace di attraversare senza problemi i momenti più difficili. Personalmente, sono pronto per una stagione vincente. La mia carriera riparte da qui».

Di Gennaro, arriva al posto dell’ex capitano, Conti. «Un’eredità pesante. Conti non lo sostituisce il singolo ma la squadra con un campionato di alto livello. Non a caso il mister ci chiede tanto dal punto di vista dell’equilibrio e della mentalità».

Mancino, batte le punizioni, è stato tra i migliori assistmen della B. Ha un modello? «Sì, Andrea Pirlo, ho avuto la fortuna di giocarci vicino al Milan, abbiamo un bel rapporto ».

Mario Frongia

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