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Mortificato un popolo ma ora l’importante è non piegare la testa

di Daniele Doro
Mortificato un popolo ma ora l’importante è non piegare la testa

Per l’avvocato Antonio De Rensis la sentenza è illogica «Mai sentiti i giocatori, avremo giustizia in terzo grado»

31 agosto 2015
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SASSARI. Antonio De Rensis, l’avvocato che ha difeso la Torres nel processo sportivo anche nel secondo grado di giudizio, è sconcertato, quasi incredulo per lo stravolgimento della sentenza di primo grado.

“Ma come è possibile – dice – che un illecito possa essere consumato, addirittura fissando il risultato, senza l’intervento dei giocatori e dell’allenatore? Voglio anche sottolineare che in quella partita, come dimostrano i filmati, il risultato poteva essere molto più eclatante. Eppure i ragazzi non sono stati mai ascoltati, e quando noi abbiamo chiesto di poterli udire nessuno ha voluto farlo”.

Anche se tutto è sempre possibile, il legale non si aspettava una sentenza così devastante. Il risultato del primo grado di giudizio era stato significativo e, si pensava, esaustivo visto anche che in appello non è emerso nessun fatto nuovo. “Voglio essere razionale e non retorico – spiega De Rensis – ma alla base di questa sentenza c’è solo tanta illogicità. E’ vero che le sentenze vanno rispettate ma le sentenze devono rispettare il lavoro altrui e non mortificare l’orgoglio di un popolo generoso come quello sardo. Adesso è il momento di fare causa comune per ottenere giustizia nel terzo grado di giudizio. Si, non si può solo subire. Questa volta è toccato alla Torres, domani potrebbe toccare ad altri. Non è possibile continuare così, le cose devono cambiare”.

“Le incongruenze di questa incredibile decisione – dice ancora De Rensis – sono tante, a cominciare dal caso del Teramo. Che senso ha la sentenza che condanna il Teramo negandogli la serie B confermandolo però in Lega Pro con penalizzazione? Infatti non ha senso, è solo illogica”.

E’ evidente che l’avvocato De Rensis è pronto, se la società lo riterrà opportuno, a ricorrere in terzo grado al Collegio di garanzia del Coni.

“Sono convinto – sostiene ancora il legale – che le carte escludono che ci sia stato un illecito. Le scommesse? Tutta un’altra storia, che non può essere imputata alla Torres. Ma la cosa peggiore davanti a una ingiustizia è piegare la testa. E noi non la piegheremo e ribadiremo la totale estraneità della Torres”.

Un'ultima riflessione. "Spero proprio - conclude l’avvocato difensore della Torres _ che il sentimento prevalente sia quello di non piegare la testa né di accusarsi l’un l’altro in casa propria. Ma la Torres non può pagare per una cosa che non è avvenuta. Questa ingiustizia non la posso proprio digerire. Ora cercheremo di reagire con razionalità e fermezza".

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