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Fabio Aru ha vinto la Vuelta! «Ho realizzato un sogno». E l'anno prossimo il Tour

Fabio Aru sul podio della Vuelta di Spagna
Fabio Aru sul podio della Vuelta di Spagna

L'arrivo a Madrid della corsa a tappe spagnola: il 25enne corridore di Villacidro ha compiuto una delle più grandi imprese dello sport sardo di tutti i tempi

13 settembre 2015
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Un'impresa tra le più sensazionali nella storia dello sport sardo: Fabio Aru ha vinto la Vuelta di Spagna, una delle tre grandi corse a tappe mondiali insieme al Giro d'Italia e al Tour de France.

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Il 25enne ciclista di Villacidro ha oltrepassato in maglia rossa il traguardo di Madrid dopo 21 tappe, 3357 chilometri e più di 85 ore di corsa. L'ultima volata è stata vinta dal tedesco John Degenkolb.

Gli ultimi 98,8 chilometri da Alcalà de Henares alla capitale spagnola sono stati una passerella per Aru dopo il magnifico attacco di ieri, sabato 12, che gli ha permesso di scavalcare in classifica l'olandese Tom Dumoulin.

C'è stato anche il tempo, come sempre accade nei grandi giri, per il brindisi su due ruote con i compagni di squadra, immortalato dai fotografi.

Alla partenza della Vuelta c'erano tutti i più forti uomini da corse a tappe del mondo, escluso Contador. Una squalifica ha eliminato subito Nibali (che avrebbe dovuto correre in appoggio al sardo), una caduta con relativa frattura Froome, vincitore del Tour de France. Ma la concorrenza era pur sempre notevole e la superiorità di Aru è stata evidente, anche se non schiacciante.

Il corridore sardo ha preceduto lo spagnolo Joaquin Rodriguez e il polacco Rafal Majka.

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Fabio Aru ha festeggiato sul podio della Vuelta sventolando la bandiera dei quattro mori, simbolo della Sardegna. Il ciclista italiano, con una mano sul cuore e avvolto nel vessillo sardo, ha ascoltato e cantato qualche verso dell'inno di Mameli. Dopo ha mostrato anche una bandiera tricolore.

«Dedico la vittoria del Giro di Spagna alla mia famiglia, alla mia ragazza e ai compagni - ha detto subito dopo la premiazione -. Ho realizzato un sogno e in questo momento sono molto emozionato e molto felice. Voglio ringraziare i miei compagni che hanno creduto in me e mi hanno aiutato fino all'ultimo, abbiamo fatto un gioco di squadra molto bello. Questo è un bellissimo sport, noi cerchiamo di dare sempre il massimo. Spero che questa vittoria faccia avvicinare al ciclismo altri appassionati».

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In questa edizione della Vuelta non abbiamo visto il «Cavaliere dei Quattro Mori» vincere da solo in salita a braccia alzate, anzi, sferrando un pugno al cielo, com'è nel suo stile.

Le tappe le ha lasciate ad altri, lui ha gestito la corsa con intelligenza, astuzia e cattiveria, rimediando non solo alla sfortuna che gli ha tolto subito due compagni di squadra, Nibali e Tiralongo (per una brutta caduta), ma anche ad alcuni vistosi errori tattici della sua squadra, l'Astana, che però ha saputo dare un appoggio fondamentale nella tappa decisiva di ieri.

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Fabio Aru ha conquistato la maglia rossa all'11/a tappa, l'ha conservata per cinque giorni, l'ha persa di un soffio da Rodriguez, non si è fatto staccare troppo da Dumoulin nella cronometro di Burgos, quando l'olandese ha stracciato tutti e ha riconquistato il comando della classifica.

Dumoulin sembrava ormai imbattibile, ma Fabio Aru ha sempre creduto di essere il più forte. E nella ventesima tappa, sulla penultima salita, nell'ultima occasione utile, ha sferrato l'attacco e ha vinto la Vuelta.

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Fabio Aru ha appena compiuto 25 anni (è nato il 3 luglio 1990 a San Gavino Monreale). A Villacidro ha cominciato con la mountain bike e il ciclocross. Per lui anche un'esperienza giovanile con la squadra ciclistica di Ozieri.

Dopo la maturità classica il salto nella penisola a Palazzago per diventare un corridore di alto livello. E' passato professionista nel 2012 con l'Astana, la squadra kazaka che lo ha fatto crescere prima come gregario di Nibali, poi come capitano nelle grandi corse a tappe.

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Fabio Aru si è piazzato terzo nel Giro d'italia 2014 vincendo una tappa; quinto nella Vuelta 2014 con due successi parziali; secondo nel Giro di quest'anno, vestendo per un giorno la maglia rosa e conquistando gli ultimi due arrivi in salita. L'anno scorso ha anche fatto parte della nazionale italiana ai campionati del mondo.

Alto 1,83 per 61 kg, Aru ha confermato alla Vuelta lo smisurato talento per le corse a tappe. Ha sempre finito i grandi giri andando più forte di quando si era schierato alla partenza. Ora è atteso alla prova del Tour: «Bisognerà vedere bene i programmi ma credo che nei suoi ci sarà la Grande Boucle», ha detto Alexandre Vinokourov, general manager dell'Astana.

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