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Silenzio e imbarazzo dopo lo tsunami

di Andrea Sini
Silenzio e imbarazzo dopo lo tsunami

Ieri allenamento a porte chiuse guidato dai due assistenti

22 novembre 2015
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SASSARI. «Allenamento a porte chiuse». Un cartello come questo, al palazzetto, non veniva esposto da cinque anni e mezzo. Era l’aprile del 2010 e la Dinamo, reduce da cinque sconfitte consecutive nella fase cruciale della regular season di Legadue, cercava disperatamente tranquillità in vista dei playoff. Andò a finire che i biancoblù persero anche la sesta gara di fila, con Vigevano, ma alla fine centrarono la prima storica promozione nella massima serie. Il PalaSerradimigni si chiamava ancora “palazzetto”, Travis Diener giocava in Nba e Sassari sino a quel momento la A1 l’aveva vista soltanto alla tivù. Una vita fa, ed eravamo già in “epoca Sacchetti”. Giusto per rendere l’idea di quanto sia durata l’epopea del gigantecoi baffi.

Ieri quel cartello è comparso nuovamente, per isolare completamente la squadra nel suo primo allenamento del “dopo Sacchetti”. Niente tifosi, niente giornalisti, niente curiosi. Lo tsunami dell’esonero è passato da poco più di un’ora, la sconfitta contro il Darussafaka non ha neppure 24 ore e sul parquet del PalaSerradimigni Massimo Maffezzoli e Paolo Citrini provano a dare una parvenza di normalità a questo allenamento assolutamente insolito. Tutto lo stato maggiore della società sassarese è presente a bordo campo: dal presidente Sardara, al suo vice Gianmario Dettori, passando per il general manager Federico Pasquini e l’amministratore delegato Carlo Sardara.

Niente corpi estranei alla squadra, ma anche bocche cucite per tutti. Ieri ha parlato il presidente, e per il momento non sono previste dichiarazioni da parte di alcun tesserato: la squadra ha l’ordine del silenzio stampa (anche in questo caso per scovare un precedente bisogna tornare alla notte dei tempi), ma c’è anche una novità assoluta: ai giocatori è stato “consigliato” di non utilizzare i social network. Alle maglie della censura è però sfuggito Jack Devecchi, che è stato un fedele soldato di Meo durante i suoi 2335 giorni in biancoblù. Il capitano biancoblù, pochi attimi dopo la fine della conferenza stampa di Sardara (e probabilmente prima delle indicazioni della società) ha condiviso sui social una foto dei festeggiamenti per la vittoria della seconda coppa Italia, a Desio lo scorso mese di febbraio, nel quale Sacchetti tiene in mano il trofeo, mentre lo stesso Devecchi, Sacchetti junior, Formenti e Chessa fanno uno storico gavettone al coach. «Grazie di tutto Meo – ha scritto il numero 8 della Dinamo – un gran allenatore, un signore dentro e fuori dal campo! un vero Maestro». Un post che ha avuto un enorme successo sulla rete e che la dice lunga sul rapporto che coach Sacchetti aveva (e ha) con la vecchia guardia.

E da Udine, proprio in quei minuti, l’ex capitano biancoblù Manuel Vanuzzo ha condiviso un pensiero molto simile. «Mi dispiace davvero tanto. Grazie Meo per quello che sei riuscito a darmi e a trasmettermi nei sei anni passati assieme, hai portato me e la Dinamo dove non si pensava potesse arrivare in così poco tempo... Hai tutto il mio affetto e la mia stima. In bocca al lupo».

Poi l’allenamento finisce e i giocatori escono in silenzio evitando gli sguardi interrogativi dei presenti. Sacchetti junior si distrae fermandosi al palazzetto a guardare Sant’Orsola-Sestu di serie C insieme a Francesco Pellegrino. «Senza di lui sarà strano», si limita a dire Brian: 2335 giorni dopo, Meo non è più al palazzetto. Sarà strano, eccome.

@andreasini78

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