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Giorgia sprona la squadra: Capo d’Orso, sii più cattivo

di Fabio Fresu
Giorgia sprona la squadra: Capo d’Orso, sii più cattivo

Serie B2 femminile di volley, la Baldelli trascinatrice della squadra palaese «In Sardegna ho ritrovato la voglia di giocare. Possiamo migliorare tanto»

26 novembre 2015
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PALAU. Evidentemente di una come Giorgia Baldelli non ci si può fidare. Perché tutto ti aspetteresti vedendola “in borghese”, con quel visino d’angelo, fuorché una che entra in un campo di pallavolo e si mette a picchiare il pallone come un fabbro. Invece è proprio così, con una media di oltre 20 punti a partita, addirittura 31 contro il Perugia nell’ultimo incontro casalingo del suo Capo d’Orso Palau, vinto al quinto set. «Ma io lo trovo normale – si schermisce lei –, vuoi per il mio ruolo, che per il fatto che con Caterina Sintoni sono la più “esperta” e spetta a me trascinare le compagne più giovani in questa B2 femminile. Ma nella nostra squadra ci sono grandi potenzialità, che verranno fuori con il tempo».

Fai punti a grappoli, ma arrivate sempre al tie-break…

«Credo che ci siano vari motivi. La squadra ha tante giocatrici nuove, e nel primo mese e mezzo abbiamo fatto tanto lavoro fisico e lavorato meno con la palla, quindi siamo ancora alla ricerca dei giusti meccanismi in campo. E poi con noi giocano tutte alla morte».

Cosa manca al Capo d’Orso per cambiare passo?

«Un po’ più di cattiveria, e di certezza nei nostri mezzi».

Una carriera spesa fra Lombardia, Emilia e Veneto, 3 anni fa l’arrivo in Sardegna.

«Avevo appena vinto la B1 ma non mi ero trovata molto bene e volevo smettere. Mi hanno consigliato di fare un anno al Sud, perché, il clima attorno alla squadra cambia. Potevo scegliere fra Sicilia e Sardegna, e avendo una figlioccia sarda e una casa a Barisardo non ci ho pensato due volte. I sardi sono calorosi, accoglienti, il loro tifo è spettacolare. Pensavo di fare un ultimo anno, invece l’Hermaea Olbia mi ha fatto tornare la voglia di giocare, e ringrazio Palau che mi ha permesso di continuare».

Prima esperienza in B2, è come te l’aspettavi?

«Sinceramente no. Il livello è diverso, c’è meno potenza, ma si gioca in modo più “sporco” per mettere in difficoltà l’avversario, quindi è comunque complicato».

Prova a descriverti…

«Chi mi conosce mi definisce rompiscatole. Sono solare, sempre sorridente, ma se credo in una cosa divento puntigliosa. Nella pallavolo per me è un pregio, perché significa lavorare e lavorare tanto finché una cosa non ti riesce al meglio, e provare sempre a migliorare. A volte mi rendo conto che potrei cambiare, ma ormai...».

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