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«Stagione difficile, ma tutta da giocare Rivoglio la Dinamo»

di Andrea Sini
«Stagione difficile, ma tutta da giocare Rivoglio la Dinamo»

Il presidente biancoblù parla dopo l’ok dell’Eurocup «Premiato il nostro progetto, guardiamo già al futuro»

17 marzo 2016
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SASSARI. Cinque Devecchi in campo e altrettanti in panchina; una squadra fatta di uomini e non di figurine; un progetto europeo di grande appeal per rilanciarsi anche in campionato; e soprattutto un’autocritica sul passato e una grande determinazione nel non voler “lasciare andare” questa stagione. Stefano Sardara sbuca dall’occhio del ciclone nel quale si è infilato insieme alla sua Dinamo e prova rimettere in fila tutte le questioni legate a “passato, presente e futuro”, come ha spiegato ieri in Club House.

Gli errori. «Quello che è avvenuto durante la stagione è abbastanza chiaro – ha detto il presidente del club sassarese –. L’ubriacatura post scudetto è stata evidentemente più dura da smaltire del previsto. Purtroppo, o per fortuna, nessuno di noi sapeva come gestire una stagione post-triplete e abbiamo commesso diversi errori. Il primo è stato quello di allungare il ciclo (il riferimento è a Meo Sacchetti, ndr), fattore che ha condizionato anche la costruzione della squadra. Ci siamo lanciati sui nomi e abbiamo puntato troppo sulla fama. Ma il carattere e la personalità dei giocatori la puoi scoprire solo quando ce li hai, non prima. Da ora in poi si torna a certe vecchie abitudini, dobbiamo ritrovare la nostra anima».

Il presente. La società biancoblù non pensa di tirare i remi in barca da qui alla fine della stagione. «Il presente ci impone di fare qualcosa. Siamo nella tempesta? Benissimo, vogliamo ballare sotto la pioggia. Dobbiamo ritrovare compattezza e le giuste motivazioni. L’uscita di Mitchell va in questa direzione e non ci sarebbe alcun problema se dovessimo fare a meno di qualcun altro. Questo solo per dire che da ora in poi chi non dimostra di avere capito cosa significa vestire questa maglia può stare comodamente seduto in panchina. Se non entreremo nei playoff non sarà un dramma, dato che stiamo lavorando anche per il futuro, ma ci arrenderemo solo dopo averci provato con tutte le nostre forze. Vorrei che tutti avessero lo spirito e la mentalità di Devecchi, serve un approccio completamente diverso da quello visto sinora».

L’Europa. La due giorni di Barcellona conferma che la Dinamo gode di grande considerazione anche nel gotha del basket continentale. «Essere presenti a quell’incontro rappresenta il massimo riconoscimento che questa società abbia mai ricevuto. Se ci avessero convocato all’indomani del triplete sarebbe stato in qualche modo scontato – spiega Sardara –, ma il fatto che credano in noi oggi, nel bel mezzo di una brutta stagione dal punto di vista dei risultati, dimostra che credono nel nostro progetto. Il fatto che ci abbiano concesso una licenza triennale per l’Eurocup lo dimostra. è la prosecuzione di un percorso che abbiamo costruito in questi anni».

A proposito della diatriba tra l’Eurolega di Jordi Bertomeu (alla quale la Dinamo aderisce appunto attraverso l’Eurocup) e la Fiba (che vorrebbe organizzare una competizione insieme alle leghe nazionali), Sardara si mostra ottimista. «La licenza che ci è stata concessa non è una novità, in passato in Italia era stata concessa a diverse altre società. Non credo che ci siano strappi o forzature, Lega e Fip hanno fatto bene la loro parte, nel senso che hanno difeso le loro competizioni, ma ogni società è libera di sottoscrivere un contratto con chi vuole. Sono convinto che anche la Fiba farà una bella competizione, ma in questo caso noi abbiamo scelto sulla base dell’esperienza maturata in questi anni con l’Euroleague».

Le polemiche. «Non ci deprimiamo troppo per i risultati di oggi, ma se qualcuno mette in dubbio i nostri meriti per le vittorie dell’anno scorso, è mio dovere rispondere. Onestamente non pensavo che ciò che abbiamo costruito in questi anni potesse dare così fastidio».

Il futuro. «Si riparte da uomini come Devecchi e Sacchetti. Abbiamo capito cosa significa commettere errori e avere addosso una grande pressione. Comunque vada ripartiremo con grande serenità».

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