La Nuova Sardegna

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Aeromodelli, passione col naso all’insù

di Maria Grazia Pais
Aeromodelli, passione col naso all’insù

I caccia in azione domenica a Maracalagonis nel trofeo nazionale Cisalpino. La pattuglia sarda vuole fare bene

22 aprile 2016
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CAGLIARI. Domenica tutti a Maracalagonis con il naso all’insù per ammirare da vicino gli aeromodelli che prenderanno parte alla seconda prova del trofeo Cisalpino 2016. In località Stagno Secco, il Gruppo dell’Oca Selvaggia, con il patrocinio del comune, a partire dalle ore 9, darà infatti vita a un avvincente incontro di aeromodellismo al quale parteciperanno anche molti appassionati dalla penisola.

Insospettabili professionisti nella vita di tutti i giorni, medici, avvocati, notai, nel tempo libero abbandonano camici, toghe e quant’altro per ritornare bambini e divertirsi con i modellini d’aereo, spesso costruiti in casa. Del polistirolo, dei tubi da piscina, un po’ di creatività e il gioco è fatto, si torna nel passato per replicare le gesta del Barone Rosso. “In Italia già da diversi anni la categoria Combat Profile raggiunge il suo apice con il trofeo nazionale Cisalpino- spiega il presidente dell’Oca Selvaggia, Dario Delpin- e quest'anno è la seconda volta che una prova del trofeo si svolge proprio in Sardegna”.

Visti i bassi costi di realizzazione dei modellini della categoria, è stata data come regola fissa quella di usare l’alimentazione elettrica con le batterie ai polimeri di litio e dei motori brushles trifase. “Certo-continua Dolpin- sia gli aeromodellisti neofiti che quelli più esperti possono gettarsi nella mischia perché con una spesa irrisoria e il lavoro di poche serate, possono costruirsi un caccia e cimentarsi nella più affascinante delle competizioni aeree: il combattimento”.

Fantasia e creatività per riprodurre, divertendosi, scontri aerei del passato. L'ambientazione infatti è quella della seconda guerra mondiale, ma mentre allora nell’aria si moriva in combattimento, in questa disciplina sportiva si può cogliere quello che era l'unico lato positivo del dogfight: lo spirito di competizione, limitando le conseguenze allo sbriciolamento di qualche economico pezzo di polistirolo espanso in caso di collisione.

“Questi mini-caccia -chiude Dolpin- sono armati solo della loro elica, con la quale dovranno tagliare una striscia di materiale rigorosamente biodegradabile (in genere carta) attaccata alla coda dei propri avversari. Dal momento che si gareggia in gruppi di 5-7 modelli, il risultato è un carosello di piccoli bolidi che si rincorrono, mettendo in pratica, o improvvisando, le strategie più ardite e cercando di perfezionare i propri caccia per renderli sempre più efficaci. Ovviamente esistono delle restrizioni, ideate per mettere tutti alla pari sul piano delle prestazioni medie, ma per mantenere la coerenza nell'ambientazione ricreata il caccia dovrà comunque riprodurre l'originale, anche nella colorazione”.

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