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Irene e la kick boxing: «Amore al primo colpo»

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Irene e la kick boxing: «Amore al primo colpo»

La 15enne di Sennori, già campionessa mondiale, punta al bis: «Voglio arrivare ai massimi livelli»

13 giugno 2016
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SENNORI. Irene Roggio ha 15 anni, ed a vederla dimostra tutta la leggerezza, la timidezza e la delicatezza della sua età. Ma quando le si chiede quale sia il suo colpo migliore, la giovane campionessa di kick sennorese risponde senza esitazione e con soddisfazione: «Il frontale con la gamba destra, può essere devastante».

Irene Roggio è la campionessa mondiale categoria cadetti di kick boxing, titolo conquistato a Rimini nel 2014 cui, nel 2015, ha fatto seguito il titolo italiano Fikmbs, epilogo e allo stesso tempo trampolino di una breve ma già intensa carriera, costruita sulle tante gare vinte a livello regionale e nazionale. Una carriera poggiata sull’esperienza maturata nella sua società di appartenenza, la Kick boxing Sennori, e sugli insegnamenti del suo allenatore, padre e primo tifoso Marco Roggio: «Il rapporto padre-figlia, che poi diventa anche quello che lega l’allenatore alla sua allieva complica un po' tutto – afferma –. Lui pretende molto da me, ma è solo e soltanto grazie a lui che ho raggiunto obiettivi importanti».

L'inizio? «Come tante volte accade, inizialmente è stato tutto un gioco. Ero piccola, mi è stato chiesto di prendere parte ad una esibizione. Si trattava di alcuni esercizi ai colpitori. La kick mi è piaciuta subito: i colpi andavano a bersaglio, e io riuscivo a scaricarmi divertendomi». Un destino scritto a chiare lettere nel dna, la classica passione esplosa in famiglia e coltivata bilanciando la vita d’atleta, quella di ragazza e quella di studentessa. Una escalation inarrestabile che «dai campionati regionali mi ha portato sino a disputare gli italiani. Il primo incontro? A livello regionale, non ho vinto quel match ma la situazione mi ha gasata parecchio, non potevo fermarmi e non mi sono più fermata – spiega Irene –. La vittoria a livello nazionale mi ha proiettato in azzurro. Sono stata convocata in Nazionale, mi sono allenata con i tecnici federali, poi ho combattuto, ed è stato ancora una volta bellissimo».

Le discipline da contatto sono affascinanti, ma durissime. Duro è l’allenamento, duro è ogni incontro di combattimento: «Si lavora sodo, e tanto. So che ci si può fare male, nonostante tutte le protezioni e le cautele del caso, ma è un rischio che fa parte della passione stessa per la disciplina – dice la 15enne sennorese –. Appena metto piede sul tatami entro in un mondo parallelo. Penso solo a fare quanto provato in allenamento, e possibilmente qualcosa di più». I complimenti del presidente della Fikmbs dopo l'Europeo 2015 sono «uno dei ricordi più belli» mentre il segreto del successo è «la serenità nel fare qualcosa che fa parte di te, da sempre».

Uno sport da consigliare? «Certo, ma da non prendere alla leggera. Ci sono tanti sacrifici da fare, io ad esempio mi alleno tantissimo, anche tre ore al giorno in avvicinamento alle gare. Deve essere amore a prima vista, un vero inesorabile colpo di fulmine». Irene non ha un idolo o un kick boxer cui ispirarsi, lei cerca solo «di fare bene, e di rubare qualche colpo da provare in allenamento. Ogni match, ogni allenamento, ti insegna e ti fa crescere». Il suo primo mondiale Irene Roggio lo ha vinto sbaragliando la concorrenza di due canadesi e di una rocciosa slovacca: «L’est europea era la più tosta, ma il valore dell’avversario lo scopri solo incrociando i guantoni, per questo non bisogna avere paura, restando saldi e concentrati, dal primo all’ultimo secondo di gara».

E adesso? «Adesso voglio rivincere il titolo del mondo. Voglio arrivare a combattere a livelli altissimi, e combattere senza protezione per provare la vera essenza di questo meraviglioso sport».

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