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Il capitano coraggioso va all’attacco

Il capitano coraggioso va all’attacco

Aru ha già provato le quattro tappe alpine e sa dove tentare la fuga

20 luglio 2016
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BERNA. L’idea c’è, tocca ora alle gambe e al cuore – oltre che a un’Astana che lo segua – trasformarla in un’idea vincente.

Quando Fabio Aru sostiene che «il podio è ancora possibile» non lo fa per spavalderia. Non dice di poter vincere la maglia gialla, ma di poterci provare perché sa che la strada lo permette.

Quattro tappe alpine, due arrivi in salita e una cronoscalata ma soprattutto terreni pendenze e discese che conosce perché le ha già provate, in compagnia del compagno di squadra e amico Paolo Tiralongo, fra un periodo di allenamento e l’altro al Sestriere. Al Criterium del Delfinato il Cavaliere dei Quattro Mori aveva avuto un assaggino di Francia, ora al Tour de France ci ha fatto il bagno e ieri lo ha raccontato in conferenza stampa, di come le tappe nella corsa gialla siano tirate tutte, dall’inizio alla fine, chilometro dopo chilometro, di come il clima sia diverso, di come il vento sia un fattore. Di come il Tour sia il Tour.

Ma lo scalatore di Villacidro non ha paura, e senza sbilanciarsi («Io ci provo, poi dipenderà dalle gambe») ha comunque chiarito che qualcosa proverà a farla e sarà qualcosa di speciale, alla Fabio Aru.

Che oltre all’impegno professionale nei confronti della sua società ne ha un altro nei confronti dei suoi fans e ieri lo ha ribadito: «Voglio far divertire i miei tifosi, quelli che mi hanno seguito fin qui e quelli che mi seguono in televisione. Se lo meritano». E se lo merita Fabio Aru.

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