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Il Cavaliere dei 4 mori si sente in credito con la dea bendata

di Mario Carta
Il Cavaliere dei 4 mori si sente in credito con la dea bendata

Ciclismo. Alle 14.30 (arrivo a Copacabana intorno alle 20.30) Aru nella prova su strada è la prima alternativa a Nibali

06 agosto 2016
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di Mario Carta

SASSARI

Anno di esordi, per Fabio Aru. Stagione da grandi prime volte. Enormi, per il ventiseienne numero uno dell’Astana. Dopo il Tour le olimpiadi, oggi. Questo pomeriggio, dalle 14,30 fino al traguardo, previsto intorno alle 20.30 sul rettilineo di Copacabana, a Rio de Janeiro.

Negli ultimi cinque anni dopo il Giro d’Italia (un terzo e un secondo posto con la maglia rosa indossata per un giorno e tre successi di tappa), la Vuelta spagnola (un quinto posto e una vittoria finale, con due successi di tappa), la vittoria della terza tappa del recente Criterium del Delfinato, una partecipazione al mondiale (Ponferrada, 34°) ecco per FAbiolous l’esordio a cinque cerchi.

Il ct Davide Cassani aveva indicato sin dal primo momento – non appena conosciuto il percorso – lo scalatore di Villacidro come una delle chiavi per la ricerca del successo, insieme a Vincenzo Nibali. Ed è sul duo dell’Astana (con lo Squalo che dalla prossima stagione correrà per la Barhain-Merida) che l.’Italia incentrerà la corsa. Due numeri uno. Nibali il primo tra i due, ma Aru pronto a diventarne la prima alternativa, considerando anche che il siciliano sarà tra gli uomini più marcati della corsa.

La nazionale azzurra ha gli uomini per tutti i momenti della gara. De Marchi per l’avvio, Rosa (anche lui con Aru e Nibali all’Astana) per le fughe da lontano, Caruso per il lavoro sporco, al quale tutti dovranno prestarsi.

Il percorso dice Nibali, ma non taglia fuori il Cavaliere dei Quattro Mori. Si parte e si arriva a Capocabana, per un totale di 241.5 chilometri da pedalare senza pause. I primi 13 e gli ultimi 12 sono pianeggianti. In mezzo si balla. Dopo 39 km comincia il circuito di Grumari: 24.8 km da ripetere quattro volte con due salite: Grumari (1200 metri al 7% di pendenza) e Grota Funda (2100 metri al 4%). Quindi altra pianura e il secondo circuito, quello di Canoas-Vista Chinesa. E’ qui che il gioco comincerà a farsi duro. Il giro è lungo 25.7 km e va ripetuto tre volte. La salita di Vista Chinesa, 8.9 km al 5.7% non sembra insostenibile, ma viene riproposta 3 volte e i primi 4 km sono durissimi, con pendenze fino al 13%. Anche la discesa di 6 chilometri, tecnica, può fare selezione. Poi, chiuso il terzo giro 12 km di pianura fino a Copacabana.

L’Italia, una delle cinque squadre con cinque atleti, è tra le favorite. Fabio Aru, che al termine del Tour pensando alle olimpiadi sorrideva («La fortuna quest’anno mi deve qualcosa», aveva detto), si metterà a totale disposizione della squadra, pronto comunque a prendere in mano la corsa se e quando se ne dovesse presentare l’opportunità. E l’immancabile bandiera dei Quattro mori che sventolerà sul percorso gli darà una carica in più, mentre tutta l’isola farà il tifo per lui davanti al televisore.

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