La Nuova Sardegna

Sport

Aru guarda lontano: tornerò ai Giochi ma con un altro finale

Aru guarda lontano: tornerò ai Giochi ma con un altro finale

Il Cavaliere dei Quattro mori abbraccia il “fratello” Nibali Ora obiettivo Tokyo 2020: la Nazionale è un grande stimolo

08 agosto 2016
3 MINUTI DI LETTURA





RIO DE JANEIRO. «C'è molta delusione per come è finita la corsa, ma da questa esperienza olimpica riparto con un fratello in più: Vincenzo Nibali».

Fabio Aru il giorno dopo la grande delusione per la mancata medaglia nella prova su strada di ciclismo non ha rimpianti, la nazionale ha fatto una grande corsa rovinata da quella caduta di Nibali nel finale: «Che posso dire - ha ammesso il Cavaliere dei quarttro mori dopo la corsa - mi dispiace davvero molto per Vincenzo. Se la meritava questa vittoria, ce la meritavamo un pò tutti perché abbiamo dominato la corsa fino a 10 km dalla fine. Ho attaccato in cima sulla salita, poi quando mi sono girato ho visto arrivare Nibali e abbiamo tirato dritto. Sembrava fatta, peccato».

A Rio la convivenza tra le due anime dell'Astana che dal prossimo anno si separeranno (Nibali sarà il capitano della Bahrain-Merida) ha suggellato un'amicizia che spesso è sembrata più di facciata. «L'ho sempre detto che ho una grande stima per Nibali - ha aggiunto lo scalatore di Villacidro -. Siamo stati in ritiro per quindici giorni come dei fratelli, adesso posso dire che tra noi c'è un rapporto davvero speciale. La prossima stagione prenderemo strade diverse, ma con lui sono cresciuto tanto. Sono sincero, mi dispiace che andrà via».

Per Nibali, difficilmente ci sarà un'altra chance olimpica, mentre il sardo spera di potersi giocare le sue chance anche a Tokyo nel 2020: «La maglia azzurra è sempre stata uno stimolo per me - ha concluso il corridore sardo -. Spero di poterla indossare ancora tante volte, magari con un finale diverso».

Di sicuro, il commissario tecnico azzurro Davide Cassani ha grande fiducia nelle doti e nel carattere dei suoi, a cominciare da Fabio Aru: «Orgoglioso di voi, avete onorato la maglia azzurra», ha twittato ieri, a cose fatte. Pronto a riprovarci, insieme a una squadra azzurra che magari cambierà nomi e volti, ma che sa sempre di poter contare su Fabio Aru, che anche a Rio come in ogni occasione nella quale è stato chiamato in causa non ha mai deluso le aspettative, dando sempre il massimo. Lo ha fatto anche a Rio, quando dopo aver scorto Nibali sconsolato sul ciglio della strada, nonostante abbia ammesso che in quel momento gli è crollato il mondo addosso per la delusione dopo la grande gara svolta dal gruppo azzurro, si è impegnato al massimo – lui che velocista non è – anche nello sprint per il quarto posto.

Ora Fabio Aru – mentre Nibali già ieri a bordo dell’aereo del presidente del Consiglio Renzi è tornato in Italia per farsi operare a Brescia alla clavicola fratturata – resta ancora a Rio con la squadra azzurra di ciclismo. Poi, si vedrà, ma la sua stagione non è finita. Potrebbe fare la Vuelta, di sicuro correrà ancora.

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative