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Loro samba e birra, noi un buon mirto

Loro samba e birra, noi un buon mirto

I brasiliani in festa per il tennista Bellucci e noi a tavola da Sardo, cuoco di Ballao

11 agosto 2016
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RIO DE JANEIRO. «Che peccato l’eliminazione di Pasqualucci, il più giovane del nostro terzetto. Contro lo spagnolo Hernandez ha tirato bene, è uscito per un’inezia. In una giornata poco brasiliana.

Quando ho lasciato il Villaggio diluviava, poi sono rimaste le nuvole e il vento a raffiche, che nel tiro con l’arco ci vuole poco a capire cosa vuol dire. Il Sambodromo è all’aperto e si sarebbe continuato a tirare anche sotto la pioggia, l’unico caso in cui si sospende è la presenza di fulmini. Con le frecce e gli archi in carbonio non è consigliabile, è come girare con un’antenna in mano. Domani si continua, i nostri azzurri e le nostre azzurre possono ancora darci soddisfazioni. Io intanto me ne sono tolta una andando a vedere il tennis, una volta finito l’arco, la scorsa sera. Ho visto la vittoria della Svitulina sulla Williams che ha giocato come una principiante, alternando colpi bellissimi a colpi orrendi e pagando cari tre doppi falli nel finale. Poi sempre sul centrale ho assistito alla sfida fra il brasiliano Bellucci e l’uruguaiano Cuevo. Ha vinto il brasiliano, trascinato da un tifo versione sfilata di Carnevale. La festa è continuata anche fuori dall’impianto, tra balli e fiumi di birra. Ragazzi, quanto bevono. E la birra si può bere anche sugli spalti, nei bicchieri di carta però. Per bere e mangiare, invece, ieri dopo aver avuto la soffiata da un dirigente del Coni sono andato al San Cristobal, fra il Sambodromo e il Maracanà. Il proprietario e cuoco è Mario Sardo, sardo di Ballao. Fino a sei anni fa lavorava a Villasimius, poi si è trasferito qui e le cose gli vanno proprio bene. Ha altri tre locali, uno è un bar-ristorante sotto il Corcovado. Saluti caldi e abbracci, e abbiamo mangiato alla grande: polpo e bottarga come antipasto, funghi e formaggio arrosto, spaghetti vongole e bottarga, fregola sarda con aragosta. Il tutto innaffiato con vermentino, e mirto rosso per chiudere. Si fa mandare tutto dalla Sardegna, la gente di qui apprezza. E anche noi. Tutto squisito, fresco e ben cucinato, E abbiamo apprezzato anche il conto: 27 euro, nonostante l’aragosta. Ma qui l’araagosta te le tirano dietro, costano di più i gamberoni. E nonostante sia buona, vuoi mettere con quella sarda...».

(Paolo Poddighe

numero uno Fitarco a Rio)

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