La Torres torna al lavoro e Piraino fa la vittima
Il presidente si sente incompreso ma è sempre più solo al timone di una società in profondo rosso
SASSARI. La Torres torna oggi al lavoro. «L’appuntamento – spiega la società – è in sede». Non è specificato l’orario e non si sa se per sede si intente il Vanni Sanna (in teoria disponibile solo per le gare ufficiali e non per gli allenamenti) o lo stadio di Ossi o quello di Tergu. Piraino parla di clima idilliaco e sul sito della società posta una foto scattata alla vigilia di Ferragosto nel ritiro di Fonni.
In realtà le cose non stanno proprio così e il fatto stesso che il nuovo gruppo dirigente non abbia ancora trovato il modo di presentare la squadra alla città è la conferma che qualche problema c’è. Del resto dall’inizio della preparazione, meno di 20 giorni fa, la Torres ha perso l’intera scuola calcio - traslocata alla Sacra Famiglia con il nuovo nome di Scuola calcio Marzio Lepri Torres – il preparatore atletico e i tifosi che hanno confermato che non entreranno allo stadio per dimostrare in modo tangibile la loro contrarietà a Piraino e company.
Per il presidente va tutto bene. È la città che non lo merita e non lo capisce. Così a poco più di dieci giorni dal debutto ufficiale in Coppa Italia, la squadra è ancora incompleta, la società non sembra in grado di investire sul mercato e perfino gli sponsor si stanno volatilizzando.
Chi ha visto i bilanci (ereditati da Domenico Capitani) parla di società tecnicamente fallita. Per salvare la Torres, ammesso che ci sia ancora il tempo, ci vorrebbero capitali freschi e un progetto credibile. Piraino può garantire queste due cose?
(A.L.)