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Rastelli e l’Inter: serve la partita perfetta

di Mario Frongia
Rastelli e l’Inter: serve la partita perfetta

L’allenatore del Cagliari non nasconde le difficoltà della sfida di domenica ma conta sull’orgoglio dei suoi ragazzi

12 ottobre 2016
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ASSEMINI. L'Inter capace di tutto e del contrario, Banega e De Boer. Ma anche la voglia malandrina del Cagliari di falciare Icardi&Co. Massimo Rastelli ha San Siro nel radar. Brividi da ottovolante: la A chiede nervi saldi e visione prospettica. Il Cagliari c'è: «Dieci punti dopo sette partite? Bottino importante, tenuto conto degli infortuni e dell'organico incompleto che hanno ritardato il processo di crescita». Realismo e piedi per terra. Il tecnico rossoblù, vesuviano con flemma ginevrina, prende la mira. Al Cagliari ha unito una sottile linea verde con cazzimma e metodo.

Un filo che parte da Aritzo: promozione da record di punti, reti e vittorie, assolute e in trasferta. E procede in A. Da esordiente in una sfida studiata ad hoc dal club. «Cerntriamo la salvezza. Poi, si vedrà». A -1 dall'Inter, a -3 dalla zona Uefa, a +4 dal terzultimo posto, Giulini sotto sotto gongola. Ma la piece è appena iniziata. Si riparte dal filotto con Inter, Fiorentina, Lazio, Palermo e Torino. «Tabelle? No. Due gare in casa e tre fuori, tutte complicate, penso una per volta a caccia del massimo. A San Siro cerchiamo punti, tutti di vitale importanza»".

Giulini ha rimarcato approccio soft a Bologna e sofferenza in chiusura con il Crotone.

«Giusto che il presidente sia esigente, lo sono anche io. E non mi accontento. Dobbiamo migliorare tanto, la squadra può crescere. Dopo gli infortuni devo trovare equilibri e soluzioni. Joao Pedro e Ionita out, Farias e Dessena mai avuti, Melchiorri da poco con noi: una mazzata».

L'Inter folle: batte la Juventus e perde la faccia in Coppa.

«Per organico e qualità è vicina alla Juve. Ha cambiato tecnico a sette giorni dal via, De Boer è ripartito da zero. Ha grandi campioni ma deve trovare continuità nei 90».

Rastelli, come si vince al Meazza?

«Con una partita perfetta, sbagliando poco e sperando gli capiti una giornata storta. Abbiamo studiato i loro punti di forza e quelli dove poterci infilare. Mi sarebbe piaciuto avere la rosa: i nazionali tornano oggi, Isla dopodomani».

Come si affronta De Boer?

«Ha cambiato sistemi: a quattro, poi a tre col Chievo, col tridente, il 4-2-3-1 con Joao Mario e Banega: non danno riferimenti. Ci prepariamo per queste caratteristiche».

Cambierà modulo a San Siro?

«Vedremo. Abbiamo vinto con il nostro sistema di gioco. Penso a mettere uomini giusti al posto giusto».

Tachtsidis regista e Di Gennaro trequartista: soddisfatto?

«Sì. Ora la conferma con squadre più toste e di qualità».

Borriello e Sau, San Siro è ottimo per la riscossa.

«Hanno segnato reti pesanti e sono i primi a sacrificarsi per la squadra: oro per un allenatore. Li vedo carichi».

Il Cagliari è quello che vorrebbe?

«Con Roma, Atalanta e Samp ci siamo andati vicini. Con il Crotone, senza nulla da perdere, siamo stati bravi ad interpretarla. E la frattura di Joao alla vigilia poteva farci male: se giochi con 28°, 5' di campo agli altri, ci stanno».

Com'è seguire big quali Alves, Isla, Borriello?

«Grandi professionisti, con doti superiori alla media. Sono arrivati con umiltà, hanno sposato il progetto: allenarli è agevole. Lavoriamo per farli entrare nei meccanismi».

Qual è al sorpresa principale al debutto in A?

«L'atmosfera, le tre vittorie, la rimonta con la Roma. Ma vorrei citare Pisacane: tre volte da titolare, tre successi. E Murru: maturazione e continuità nel rendimento».

Cagliari settima per tiri e ottava per km percorsi. Ha pagato la pizza allo staff?

«Con Dario Rossi, David Dei, Fabio Esposito, Gianfranco Ibba e Marco Cossu vinciamo e perdiamo da squadra. Sempre».

Tra infortuni e recuperi, pensate di tornare sul mercato?

«No, non ne abbiamo parlato. Ritroveremo i nostri».

Rastelli, chi vince lo scudetto e chi va in B?

«C'è tanto da giocare per trarre giudizi in testa e coda. La Juve è forte, Roma e Napoli possono insidiarla. Le neo promosse sono additate, sovvertiremo il pronostico».

Quale scelta delle prime sette partite non ripeterebbe?

«Col senno di poi siamo tutti bravi. Preparo le partite cercando di dare identità e mentalità. Per l'avversario e per demerito nostro alcune sono andate in modo diverso. Ne prendiamo atto senza scuse o attenuanti. E lavoriamo».

Qual è il messaggio ai tifosi?

«Stateci vicino, specie quando si soffre. Non è un caso se al Sant'Elia abbiamo fatto il massimo. La spinta del pubblico è fondamentale».

Passo indietro. La fascia da Storari a Sau. Com'è andata?

«Sono l'allenatore, faccio l'interesse della squadra. Una scelte impopolare può starci per la serenità e la solidità del gruppo. Ho la fortuna di avere avuto la disponibilità di Storari: un passo indietro per il bene del Cagliari».

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