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Calcioscommesse, i tifosi della Torres ammessi al processo come parte civile

Domenico Capitani
Domenico Capitani

Accolta dal Gup di Catanzaro, dove si celebra il giudizio, la richiesta della Fondazione Sef Torres 1903. L'avvocato Umberto Carboni: "«È quello che volevamo dal primo momento, Domenico Capitani è l'unico responsabile della retrocessione"

04 novembre 2016
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SASSARI. I tifosi della Torres parte civile nel processo per il calcioscommesse che ha portato la squadra alla retrocessione. La Fondazione Sef Torres 1903 è stata infatti ammessa come parte civile al processo «Dirty Soccer», che si celebra a Catanzaro.

La vicenda giudiziaria muove dall'indagine su presunte combine messe in atto da formazioni di calcio di serie B, Lega Pro e Dilettanti nel 2014 e nel 2015. La procura di Catanzaro aveva chiesto il rinvio a giudizio per 63 indagati tra dirigenti, calciatori e collaboratori di società professionistiche e semiprofessionistiche. Tra questi l'imprenditore Domenico Capitani e l'avvocato Vincenzo Nucifora, all'epoca rispettivamente presidente e direttore generale della Torres.

È un fatto storico: per la prima volta una Fondazione che raggruppa le diverse anime del tifo di una squadra di calcio si è vista accogliere l'istanza di costituzione di parte civile, presentata oggi 4 novembre al Gup Assunta Maiore dal legale della Fondazione, l'avvocato Cesare Badolato del Foro di Cosenza.

«È quello che volevamo dal primo momento, Domenico Capitani è l'unico responsabile della retrocessione e ancora oggi, al netto delle responsabilità della gestione Piraino, siamo certi che i debiti oramai incolmabili della società e la pessima gestione abbiano lo stesso responsabile», afferma il presidente della Fondazione, l'avvocato sassarese Umberto Carboni.

«Il signor Capitani ora dovrà difendersi nel processo non solo dal pm ma anche da noi, che rappresentiamo l'accusa privata - conclude Carboni - siamo alla resa dei conti, e stavolta non potrà più sottrarsi».

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