La Nuova Sardegna

CAGLIARI. Partita segnata col bollino rosso, come i week end intorno a ferragosto nelle autostrade italiane. E’ Cagliari-Napoli, match in cui le due tifoserie mettono in campo più veleno che passione per il calcio. Tutto dovuto a una storia che ormai risale a vent’anni fa ma le cui ferite sembrano non potersi rimarginare. Quello spareggio salvezza Cagliari-Piacenza del giugno 1997, giocato al San Paolo di Napoli in cui i “tifosi” di casa si schierarono con gli emiliani, e tanti tifosi rossoblù furono aggrediti da teppisti nella città partenopea. Da allora le due tifoserie sono diventate acerrime nemiche. Per questo motivo, anche ieri, le forze dell’ordine hanno dovuto lavorare sodo prima, durante e dopo la partita per tenere sotto controllo la situazione. I tifosi del Napoli sono arrivati scortatissimi allo stadio a bordo di alcuni pullman e quindi sistemati nel solito settore destinato agli ospiti. Un gruppo di ultras cagliaritani ha cercato di sfondare il cordone di forze dell’ordine per entrare in qualche modo in contatto con la zona in cui dovevano arrivare i bus napoletani, senza riuscirci. Durante la partita, dunque, tutto tranquillo, a parte i soliti sfottò che, per fortuna non fanno male. Tutto lo stadio ha saltato al grido di “chi non salta napoletano è” mentre i tifosi campani hanno ribattuto con un velenoso coro “serie B, serie B”. A fine gara i supporter napoletani sono stati tenuti all’interno dello stadio per quasi due ore, prima di essere riportati sui bus all’aeroporto e da lì rispediti a casa. (en.g.)