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Il Fabio Pisacane day: la mia storia insegna che ci si può rialzare

di Mario Frongia
Il Fabio Pisacane day: la mia storia insegna che ci si può rialzare

Il difensore del Cagliari ha presentato il suo libro ai ragazzi «Non rassegnatevi mai e qualche volta imparate a dire no»

16 marzo 2017
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CAGLIARI. «La mia gioia? Sapere che sto lavorando bene e con serietà». Ma non solo. «Nascere poveri non vuol dire essere delinquenti. Ho avuto una vita difficile, ma si deve saper dire di no». Fabio Pisacane allo specchio. La malattia, il premio fair play dell'Uefa - per aver denunciato una combine - e quello del quotidiano londinese Guardian. Semplicità, orgoglio, dignità. Il difensore e il Cagliari. Con risposte super alle chiamate di Rastelli. «La gente mi sostiene? Ringrazio tutti, i tifosi, il tecnico, il presidente e la società. Il libro? Dico a tutti di non mollare mai. Ricevo messaggi dagli ospedali, dai bambini. Non mi sento un giocatore di serie A solo per aver fatto qualche buona partita. Per restare a questi livelli devo fare ben altro. Ero umile al mio arrivo, lo sono adesso».

Valori, senso civico, rispetto del prossimo: l'abc del rossoblù nato a Napoli, Quartieri Spagnoli. Il volume "La favol...A" - copertina rossoblù, incasso in beneficienza per le ricerche su un male quasi incurabile - edito da Graus editore, svela una storia speciale. Di calcio e comportamenti. A scriverla Antonio Martone: «Pisacane è una persona normale, non un eroe». Lui, annuisce: «Ringrazio chi ha letto il libro. A trent'anni non capita a tutti di poterlo fare, spero dia indicazioni utili». All'Hotel Regina Margherita, Fabio Pisacane viene presentato dall'assessore comunale Nando Secchi. Per il numero 19 applausi dai direttori marketing e sportivo del Cagliari, Mario Passetti («Siamo orgogliosi per Fabio») e Stefano Capozucca: «Lo conosco dai tempi del Genoa. Mi ha smentito, è arrivato in A, per merito e valori forti».

Applaudono, tra i tanti, Borriello, Colombo, Tachtsidis, Faragò, Salamon, Miangue e Alves. Il libro viene presentato nelle scuole e nei quartieri difficili di mezza Italia.

Fabio Pisacane, tra passato e presente: «Ho lasciato dopo al terza media, non reggevo e non capivo quanto contasse studiare: ragazzi - l'sms alla platea - non lasciate mai la scuola». Spazio alla malattia affrontata e superata da giovane: un capitolo delicato. Con il rientro in campo, voluto da Cosmi, nel 2004. Passato e presente. Dal feeling con Borriello («Patito della cura per l'alimentazione e napoletano come me, ci intendiamo al volo») alle emozioni con il Cagliari: «Il top? Il 3-0 a Bari che vale la promozione matematica e l'esordio in A, il 18 settembre, con l'Atalanta».

Infine, la Lazio, avversaria di domenica al Sant’Elia: «Grande squadra, quarta in classifica non per caso, non vediamo l'ora di incontrarla. Vogliamo centrare un obiettivo importante di fronte ai nostri tifosi. E sappiamo di poterlo fare». E ancora: «Ci manca l'uno per cento per fare meglio in partita quello che proviamo in allenamento».

Sull'inchiesta ai suoi danni con un'ipotesi di omessa denuncia sulle infiltrazioni camorristiche riferite al periodo in cui giocava ad Avellino, poche storie: «Il campo dimostra quanto sono sereno. Ho la coscienza a posto, e sono convinto che si risolverà tutto al meglio».

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