La Nuova Sardegna

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Un’invasione di colori e passione

dall’inviato
Un’invasione di colori e passione

In 500 da tutta l’isola per l’Open, centoventi iscritti alla gara per bimbi

10 aprile 2017
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OLBIA. Un’invasione coloratissima sulla spiaggia di Pittulongu, il lido degli olbiesi prestato per un giorno alla fatica e alla sofferenza (sportiva) invece che al riposo sotto l’ombrellone. Ma ne valeva davvero la pena, perché manifestazioni come Shardana Challenge sono l’incarnazione esatta del concetto di destagionalizzazione. E oltre alla staffetta per rappresentative nazionali, l’evento comprendeva anche una competizione per bambini, ci hanno partecipato in 120, che hanno gareggiato su un percorso ricavato sul retro della spiaggia.

Ma l’elemento più visibile era la presenza di ben cinquecento partecipanti alla open race, la gara aperta a qualunque mortale: numerosi i gruppi provenienti anche dalla penisoola oltre che da tutta la Sardegna: Sassarese, Nuorese e Campidano. Erano orgogliosamente riconoscibili dalle magliette e dalle scritte: rappresentavano una palestra, un gruppo sportivo, una banda di amici, un corpo militare (c’erano soldati della Brigata, ma anche vigili del fuoco). Mescolati tra loro c’erano veri specialisti di questo genere di corse, alcuni delle squadre nazionali non utilizzati nella staffetta: li distinguevi al volo dalla tecnica con cui saltavano il muro e dallo sforzo relativo; ma anche atleti improbabili, dotati di pancetta, che hanno dato spettacolo nel tentativo (a tratti tragicomico) di superare vanamente gli ostacoli, alcuni dei quali richiedevano doti non comuni di forza, resistenza e agilità.

Ma tutti accomunati dalla voglia di mettersi in gioco e tenere fede al motto della federazione italiana Ocr “è impossibile solo se non ci provi”. Hanno vinto due slovacchi: Patrik Milata e Bronislava Mrakova.

Il sindaco Settimo Nizzi si è detto entusiasta: «Sono manifestazioni come queste che fanno bene a Olbia», ha detto. Entusiasti anche gli organizzatori: centrati tutti gli obiettivi. Musica a palla diffusa dalle gigantesche casse sulla spiaggia e microfono affidato a Francesco Giardina, deejay e conduttore radiotelevisivo. Ma lo spettacolo erano gli atleti comuni, quelli vestiti come dei guerrieri in salsa sportiva, con le strisce nere negli zigomi; quelli che per superare il muro hanno provato a farsi issare da un amico rimasto in cima per poi rinunciare comunque. Fisici scolpiti o mingherlini, il trionfo delle bandane e delle fascette, un po’ di esibizionismo che non guasta e tanta voglia di divertirsi.

Apprezzate anche le “shardanine”, ragazze immagine della manifestazione. E grande riuscita per gli stand e l’area pranzo gestita da Mirtò, dove invece che dei soliti panini dalla dubbia composizione si servivano ottimi piatti di tagliolini al mirto o risotto al vermentino. Per gli atleti c’era un menù a parte, naturalmente. Ma quella è gente che sa soffrire in silenzio. (a.palm.)

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