La Nuova Sardegna

Sport

Tutto Dinamo

Playoff vicini, ma alla Dinamo non basta il “settebello”

di Andrea Sini
Playoff vicini, ma alla Dinamo non basta il “settebello”

I biancoblù sono a un passo dai settimi playoff consecutivi, ma l’asticella si alza: l’obiettivo è essere tra le top 4

12 aprile 2017
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Prepararsi a quattro finali per poi tuffarsi nelle finali vere, quelle che conducono verso il titolo. La classifica sorride alla Dinamo, che con le ultime tre vittorie consecutive si è issata al quarto posto in classifica, mettendo tra sè e il nono posto un margine di sicurezza di 6 punti. Ieri, dopo due giornate libere (è la prima volta che capita dall’inizio della stagione) la squadra ha svolto un doppio allenamento, che verrà bissato oggi.

Obiettivi a medio termine. Sabato 15 aprile arriva a Sassari la Betaland Capo d’Orlando e in caso di vittoria i biancoblù di Federico Pasquini potrebbero già brindare alla settima qualificazione consecutiva ai playoff, un filotto partito nella stagione 2010-’11, quella dell’esordio assoluto nella massima serie. La Dinamo ha le carte in regola per staccare questo prezioso biglietto con tre partite d’anticipo sulla fine della stagione regolare, ma in casa sassarese si continua a ragionare sull’immediato: la priorità è preparare nel migliore dei modi il confronto con la formazione siciliana, che è appena stata sorpassata in classifica dal Banco ma che punta al controsorpasso, forte del +7 ottenuto nel match dell’andata. L’obiettivo primario in questo momento è cercare di restare nella parte alta del tabellone, ovvero tra le prime quattro, in modo da affrontare il primo turno dei playoff potendo giocare l’eventuale gara5 in casa. Ma da qui alla fine della regular season ci sono ancora quattro confronti importantissimi.

Parola di capitano. In questi giorni sta avendo un grande successo sul web lo speciale realizzato su Jack Devecchi da parte del canale Italbasket della Fip.

«Sono arrivato in Sardegna tanti anni fa con l’idea di fare bene – racconta l’ala nata a Graffignana, nei pressi di Lodi – ma non avrei mai pensato di mettere radici e fermarmi qui. Ho ereditato i gradi del capitano da un personaggio importante come Vanuzzo, che ha fatto la storia di questa società e mi ha insegnato anche molto. Io sto cercando di mettere in pratica ciò che ho imparato da lui, sia in campo che fuori. La Sardegna è un’isola speciale perché è in grado di rapirti. I sardi hanno un orgoglio dentro che non ho mai trovato da nessuna parte. La bandiera dei Quattro mori è un simbolo che i sardi difendono con i denti ed è un qualcosa che ti trasmettono e che ti fa pensare. Ormai mi ritengo sardo a tutti gli effetti, gli affetti più cari negli anni si sono spostati qua, ho grossi legami e la mia casa è qua».

Infine un ricordo della straordinaria stagione 2014-’15. «Il nostro era un progetto importante ma siamo arrivati in tempi brevi ad alzare tre coppe nella stessa stagione, abbiamo fatto qualcosa di magico e di straordinario che ha coinvolto l’intera isola, da nord a sud, da est a ovest».

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative