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Basket, parla Savanovic: «La Dinamo Sassari può fare ancora meglio»

di Andrea Sini
Dusko Savanovic
Dusko Savanovic

L’ala serba fa il punto dopo la bella vittoria a Torino, la quinta di fila per la squadra sassarese

25 aprile 2017
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TORINO. Il campione è quello che non si accontenta mai, che trova il pelo nell’uovo, che non ha paura di fare autocritica. Persino dopo cinque vittorie consecutive servite calde calde sul piatto della corsa verso i playoff. L’uomo che non si accontenta mai è Dusko Savanovic, 33 anni e un fisico non più integro, testa e classe da campione di livello assoluto.

«Se gioco male è perché sono vecchio» ama dire con il suo modo di fare da napoletano di Belgrado, e l’ha ripetuto con un sorriso sornione anche domenica sera, sulla porta degli spogliatoi del PalaRuffini, dopo la splendida vittoria in rimonta sulla Fiat. «Sì, una bella vittoria – taglia corto l’ex giocatore del Bayern Monaco –, ma mi chiedo perché si debba andare sotto di 21 punti per iniziare a giocare come si deve».

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Dal 55-34 del minuto 2’ del terzo quarto, al 79-87 finale: come dire che la partita giocata negli ultimi 18 minuti è terminata 53-24 per la Dinamo. «Nel primo tempo il nostro ritmo era troppo basso – conferma Savanovic – dovevamo essere più rapidi sia in difesa che nelle situazioni di transizione primaria, invece finivamo sempre per infognarci. Poi è vero che qualche buon tiro in quella fase non è andato dentro, ma in generale penso che eravamo proprio fuori ritmo».

Cosa vi ha detto coach Pasquini durante l’intervallo? «Di non pensare al risultato ma solo a giocare come sappiamo fare. Il punto è proprio questo: sapevamo e sappiamo benissimo di poter fare molto meglio rispetto al primo tempo, ma abbiamo pensato troppo, abbiamo lasciato che Torino facesse canestro sempre, visto che ci stavano mettendo molta più energia di noi. Loro sono molto atletici, va bene controllare il ritmo ma serve più cattiveria. Nel terzo quarto abbiamo completamente cambiato mentalità, siamo venuti fuori con più velocità e più aggressività in tutte le situazioni e la partita è cambiata».

Tutta una questione mentale, dunque? «In gran parte sì. A volte succede di attraversare brutti momenti durante una partita, ma siamo stati bravi a lavorare con la testa e a non farci trascinare nella bagarre. Quello su cui dobbiamo continuare a lavorare sono i blackout: dobbiamo evitare che si protraggano troppo a lungo, perché sì, abbiamo dimostrato di poter recuperare anche una partita dal -21, ma non è il caso di correre questo tipo di rischi. Veniamo da 5 vittorie consecutive, che ci danno grande fiducia e molta sicurezza in vista dei playoff. Ci restano due partite di regular season e dobbiamo sfruttarle per migliorare ancora a livello di costanza nell’arco dei 40 minuti. Saranno due test importanti».

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Dall’alto della sua esperienza, Dusko Savanovic è un faro sia nello spogliatoio che sul parquet, e la squadra si affida quasi sempre alle sue giocate in post basso nei momenti di difficoltà. Ma l’ala serba ultimamente ha avuto anche qualche battuta a vuoto. Un calo fisico dovuto al passare degli anni e ai tanti impegni di questa stagione? «L’età c’è, ormai sono vecchio – ride ancora –. La verità è che ho un problemino al ginocchio che non mi permette di allenarmi al massimo. E a 33 anni se non ti alleni al massimo poi in campo puoi trovarti in difficoltà. Stavolta è andata benino, vicino a canestro ho segnato con buone percentuali, mentre non ho mai fatto centro da fuori. Ma è solo una fase della stagione. Ora abbiamo 10 giorni prima della partita con Venezia e conto di rimettermi a posto completamente. Sono vecchio ma ancora me la cavo...».

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