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Sarà battaglia, Dinamo non tradire

di Andrea Sini
Sarà battaglia, Dinamo non tradire

Stasera alle 20,45 gara 3 del quarto di finale contro Trento. I sassaresi non hanno alternative: vittoria o eliminazione

16 maggio 2017
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INVIATO A TRENTO. Adesso bisogna giocare a basket, e vincere. Non ci sono più scuse, né prove d’appello: stasera la Dinamo deve battere l’Aquila Trento, poi batterla ancora tra due giorni, altrimenti da un momento all’altro la stagione 2016-’17 diventerà soltanto un ricordo. Ma i playoff, per fortuna dei biancoblù, per il momento sono ancora il presente: dopo avere perso al PalaTrento le prime due gare dei quarti di finale, la squadra di Federico Pasquini si affida alla durezza mentale maturata durante le tante sfide da “dentro-fuori” giocate durante la stagione, tra campionato e coppe, e si affida soprattutto al pubblico del PalaSerradimigni. Alle 20,45 sul parquet di piazzale Segni i trentini di coach Buscaglia proveranno a spendere nel migliore dei modi il primo match ball per la semifinale, forti a loro volta delle certezze costruite con le prove muscolari di venerdì e soprattutto domenica.

Basket e altri sport. Pasquini, a caldo, ha provato a non dare alibi a sé e alla sua squadra, ma in conferenza stampa ha finito per sbottare. Il modo sistematico con il quale Lacey e compagni sono stati randellati dagli avversari, con una quasi totale impunità (il conteggio finale racconta incredibilmente di una Dinamo più fallosa, 22-20) ha mandato su tutte le furie il coach e il resto della truppa. Tutti scontenti per il trattamento ricevuto, a tratti in stile wrestling, ma decisi a ricominciare da capo con un’intensità maggiore. Ma se c’è un errore che i biancoblù non devono assolutamente commettere, è pensare che la gara di oggi (o le prossime gare, auspicabilmente) vada messa sul piano della bagarre: la Dinamo sa giocare a basket, lo ha dimostrato per lunghi tratti della stagione e ora si tratta di provare sino in fondo a eseguire il piano partita.

Punti di forza e punti deboli. Trento ha vinto 12 delle 15 gare giocate nel girone di ritorno, e se a queste si sommano questi due successi contro la Dinamo, siamo a un bilancio di 14-3 che in questo momento in serie A nessuno può vantare. Ma la squadra di Buscaglia, pur solida e molto ben allenata, è stata falcidiata negli ultimi due mesi da tre infortuni pesantissimi (Marble, Baldi Rossi e Moraschini) ed è corta, estremamente corta. Nelle prime due gare di questa serie Trento ha giocato di fatto con appena 7 uomini, più Lechtaler, impiegato rispettivamente per 8 e 6 minuti. Le rotazioni corte possono avvantaggiare una squadra e il suo coach nel breve periodo, ma in una prospettiva di impegni a ripetizione ogni due giorni, non ci si può non attendere un calo fisico. Anche per altre due ragioni: la prima è che quest’anno Trento non ha fatto le coppe e non è dunque abituata agli impegni ravvicinati; la seconda è che proprio per l’impostazione tecnico-tattica, basata sull’aggressività e sul gran ritmo, il dispendio di energie è molto alto. Tutto questo, naturalmente, è pura teoria. La pratica è quanto accadrà sul parquet durante i 40 minuti di stasera. Durante i quali la Dinamo, che arriva da quattro sconfitte di fila (Venezia, Caserta e le due con Trento), dovrà resettare tutto e provare a riproporre lo stesso basket e la stessa durezza mentale messi in campo per tutto il mese di aprile.

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